Giorgia Meloni ha respinto le dimissioni presentate dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in merito al caso Maria Rosaria Boccia. In un’intervista al Tg1, Sangiuliano ha dichiarato di non essere ricattabile e di non aver mai utilizzato fondi pubblici per spese legate a Boccia, mostrando i biglietti del treno e dell’aereo pagati con la sua carta di credito personale. Ha spiegato che avevano una relazione personale e per questo aveva revocato l’incarico a Boccia.
Le opposizioni hanno criticato duramente l’intervista, sostenendo che la Rai abbia dato spazio in prima serata al ministro per fini personali. La senatrice del Partito Democratico, Simona Malpezzi, ha accusato la tv di Stato di essere al servizio del potere, mentre esponenti del M5s in Vigilanza Rai hanno deciso di portare la questione in Commissione. Anche altri partiti d’opposizione hanno criticato la gestione della vicenda, chiedendo chiarimenti da parte dell’esecutivo.
Italia Viva, attraverso il leader Matteo Renzi, ha sostenuto che un ministro dovrebbe riferire in Parlamento e non al Tg1. Altri esponenti hanno sottolineato l’inopportunità di utilizzare la tv pubblica per questioni personali, chiedendo la convocazione dei vertici Rai in Commissione di Vigilanza.
Il caso riguarda il ruolo di Maria Rosaria Boccia, che si era definita consulente del Ministero della Cultura, mentre lo staff del ministero aveva smentito. Le polemiche si erano accese per i presunti accessi a documenti riservati e per l’uso di fondi pubblici per i suoi spostamenti. La premier Meloni aveva rassicurato che Boccia non aveva avuto accesso a documenti riservati e che non erano stati spesi soldi pubblici per lei.
In una lettera a La Stampa, Sangiuliano aveva spiegato di aver pensato di conferire a Boccia un incarico a titolo gratuito, ma di aver poi rinunciato per evitare potenziali conflitti di interesse. Ha ribadito di non aver mai utilizzato fondi ministeriali per le spese di Boccia. Boccia, su Instagram, aveva replicato sostenendo di non aver mai pagato nulla di tasca propria, poiché le era stato detto che il ministero rimborsava le spese dei consiglieri e che i suoi viaggi erano sempre stati organizzati dal Capo Segreteria del Ministero.
Nonostante la controversia e le dimissioni respinte, il ministro aveva avuto un incontro con Meloni per ribadire la verità delle sue affermazioni, confermando che non erano stati usati fondi pubblici per Boccia. La questione rimane sotto scrutinio pubblico e delle opposizioni, che chiedono ulteriori chiarimenti.