La paura di un’escalation del conflitto in Ucraina si riflette significativamente sui mercati finanziari europei, con Milano che si distingue come la borsa peggiore del continente. Tuttavia, nella parte finale della seduta, il Ftse Mib è riuscito a dimezzare le perdite, chiudendo a un -1,28%. I settori maggiormente colpiti sono stati quelli bancari, dove titoli come Finecobank, la Popolare di Sondrio, Mediolanum e Mps hanno registrato cali superiori al 3%. Anche il comparto industriale ha mostrato segni di debolezza, con Telecom che ha perso 4 punti e Iveco e Stellantis in calo di oltre due punti.
Le altre borse europee non sono state da meno: Francoforte e Parigi hanno perso rispettivamente lo 0,67% e Madrid lo 0,75%. Londra ha mostrato una resistenza parziale, chiudendo con una perdita minima dello 0,13%. Oltreoceano, dopo un inizio debole, i mercati statunitensi hanno mostrato trend contrastanti. Il Dow Jones è rimasto debole, mentre il Nasdaq ha fatto registrare miglioramenti significativi, in attesa dei risultati finanziari di Nvidia.
Nel mercato delle materie prime, l’oro, tradizionalmente considerato un bene rifugio, ha visto un aumento significativo, raggiungendo i 2.624 dollari l’oncia, un prezzo che riflette chiaramente l’atteggiamento cauto degli investitori. Nel frattempo, l’euro continua a mostrare debolezza rispetto al dollaro, con un cambio attestato a 1,0586. Infine, lo spread tra i Btp e i Bund ha chiuso in lieve rialzo, con il differenziale di rendimento che è salito a 121 punti base, rispetto ai 120 punti della chiusura precedente.
In sintesi, il clima di incertezza legato alla guerra in Ucraina sta influenzando negativamente i mercati europei, mostrando una chiara correlazione tra gli eventi geopolitici e le performance finanziarie. I settori bancario e industriale si sono rivelati particolarmente vulnerabili alla volatilità del mercato, mentre gli investitori sembrano cercare sicurezza in asset come l’oro.