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venerdì, 22 Novembre, 2024
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Bufera su Netanyahu. La protesta di Israele per la morte degli ostaggi. I familiari contro il premier.

La situazione in Israele è molto tesa dopo l’esecuzione di sei ostaggi da parte di Hamas, che ha scatenato una rivolta contro il governo di Benjamin Netanyahu. Gli israeliani accusano il premier di essere responsabile delle morti degli ostaggi, portando a un grande sciopero generale che ha paralizzato il Paese. Migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per esprimere solidarietà alle famiglie delle vittime, esponendo le bare su un palco durante le proteste. Per la prima volta, anche il sindacato ha preso posizione, contribuendo a fermare le attività in vari settori, inclusi uffici pubblici, banche e scuole. La giornata è stata contrassegnata da scontri e arresti, con una contro-manifestazione a sostegno del governo.

Il governo ha tentato di fermare lo sciopero, e il presidente del Tribunale del lavoro ha ordinato la cessazione della protesta alle 14.30 del 2 settembre, ma il leader del sindacato ha contestato l’ingiunzione, affermando che lo sciopero sarebbe continuato fino alle 18. L’atmosfera è di forte conflitto, mentre continuano i negoziati tra le diplomazie coinvolte.

Nel contesto di questa crisi, è stato presentato un nuovo accordo “prendere o lasciare” da Stati Uniti, Egitto e Qatar, che affronta un punto critico: il “Corridoio Filadelfia”. Questa zona di 14 km di lunghezza e 100 metri di larghezza è essenziale per Israele, poiché rappresenta un importante cuscinetto tra Egitto e la Striscia di Gaza. Israele non è disposto a cedere su questo fronte, essendo determinato a isolare completamente Gaza. Anche se il valico di Rafah è l’unico accesso non direttamente controllato da Israele, l’importanza strategica del Corridoio Filadelfia è indiscutibile.

Nel frattempo, la situazione umanitaria a Gaza continua a deteriorarsi, con la stima dei morti che ha superato i 40.000, secondo l’autorità palestinese. Ci sono crescenti pressioni su Israele da parte della comunità internazionale, mentre la CIA e il Mossad mantengono contatti costanti nel tentativo di trovare una soluzione.

In questo clima di crescente tensione, la divisione tra il governo di Netanyahu e il popolo israeliano sembra amplificarsi. La risposta popolare alle recenti azioni del governo indica una frattura profonda, mentre le manifestazioni e i scioperi sottolineano l’insoddisfazione nei confronti della gestione della crisi da parte del premier. C’è un’aspettativa di cambiamento, anche se la direzione che potrebbe prendere è ancora incerta.

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