23 Settembre 2024

Calcio: Richiesta di Oltre 20 Anni per Responsabilità nella Morte di un Grande Ex

Bergamini blitzquotidiano.it 21092024

La Procura Generale di Castrovillari, rappresentata dal Procuratore Alessandro D’Alessio, ha richiesto una condanna a ventitré anni di carcere per Isabella Internò, accusata di essere responsabile della morte dell’attaccante Denis Bergamini, avvenuta il 18 novembre 1989. Sin dall’inizio, la versione ufficiale dello suicidio non ha convinto familiari e amici, portando a indagini più approfondite. Le analisi svolte dai Ris hanno riaperto il caso, portando all’iscrizione di Internò nel registro degli indagati.

Durante l’udienza, D’Alessio ha affermato che la Internò ha agito con “volontà, premeditazione e motivi abietti e futili”, motivati dalla sua gelosia nei confronti di Bergamini. Dopo anni di relazioni altalenanti e un’interruzione di gravidanza, il calciatore aveva deciso di troncare definitivamente il legame con lei. Questa decisione, secondo l’accusa, avrebbe scatenato in Internò un forte desiderio di vendetta, portando all’omicidio del calciatore.

Il Procuratore ha anche indicato che l’omicidio sarebbe stato perpetrato da complici non ancora identificati, e ha chiesto una condanna per omicidio volontario pluriaggravato, concedendo però delle attenuanti in considerazione del lungo intervallo di tempo trascorso e del cambiamento nella vita di Isabella. Centrale nella requisitoria è stata la testimonianza di Tiziana Rota, amica di Internò e moglie di Lucchetti, un compagno di squadra di Bergamini, la quale ha fornito dettagli a favore della tesi dell’omicidio.

Nel corso degli anni, il caso era stato fatto passare per suicidio, ma le indagini successive hanno rivelato che Bergamini era morto per soffocamento e che il suo corpo era stato posizionato sotto un camion in un tentativo di camuffare la vera natura della sua morte. Questa manipolazione del caso è stata definita dall’accusa come una “squallida messa in scena”, smontata grazie alle indagini dei Ris e all’autopsia condotta nel 2017 dopo la riapertura del caso. Ora, attesa la decisione del tribunale, si attende anche di identificare i reali esecutori dell’omicidio, mentre il destino di Isabella Internò è appeso a un potenziale verdetto di condanna a ventitré anni di reclusione.

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