Cinque morti e 26 feriti è il bilancio dell’esplosione verificatasi al deposito Eni di Calenzano, vicino Firenze, il 9 dicembre. La Procura di Prato ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo e disastro colposo, ipotizzando violazioni delle norme sulla sicurezza. Il procuratore Luca Tescaroli ha incaricato tre medici legali di eseguire le autopsie delle cinque vittime, tra cui l’unico identificato ufficialmente, Vincenzo Martinelli, autotrasportatore di 51 anni. Le altre quattro vittime, anch’esse autotrasportatori, sono Carmelo Corso, Gerardo Pepe, Franco Cirielli e Davide Baronti; l’identificazione delle loro salme richiederà autopsie e analisi del DNA.
L’esplosione è avvenuta nell’area di carico del deposito, e prima dell’incidente un operatore aveva lanciato l’allarme. Nel giro di pochi secondi, però, si è verificato il grande boato accompagnato da un incendio. Durante le indagini, sono stati nominati due esperti in esplosivi per analizzare le procedure di sicurezza. Eni ha dichiarato di collaborare con la magistratura per determinare le cause dell’incidente.
Tra i feriti, tre ancora ricoverati in gravi condizioni: un operaio a Careggi e due a Cisanello a Pisa, mentre altri 24 sono stati già dimessi. Le condizioni di quei due sono critiche a causa delle gravi ustioni riportate durante l’esplosione, che ha causato anche traumi e fratture. Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha espresso il timore che la situazione avrebbe potuto essere molto più drammatica, dato il numero di cisterne di carburante presenti nella zona.
Domani, 11 dicembre, si terrà una commemorazione per le vittime, con un minuto di silenzio invitato a tutti i cittadini da parte del sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani. Anche la Regione Toscana ha proclamato il lutto. Il sindaco ha sottolineato la necessità di riconsiderare la presenza dell’impianto Eni nel contesto urbanistico, mentre Giani ha definito il sito inappropriato per un deposito di carburanti. Inoltre, Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero generale provinciale per le ultime quattro ore del turno dell’11 dicembre, con un presidio a Calenzano per protestare contro la mancanza di sicurezza sul lavoro.
Sulla questione ambientale, Arpat ha rassicurato che l’esplosione di idrocarburi non ha causato danni significativi, poiché la nube si è dispersa rapidamente.