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Canone Rai: nel 2025 confermata la quota di 90 euro e il taglio del 2024

Il canone Rai per il 2024 sarà fissato a 70 euro, come già avvenuto nell’anno precedente. Questa conferma è stata resa nota dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante una conferenza stampa a seguito dell’approvazione della manovra economica. Inoltre, il taglio del canone è stato garantito anche per il 2025. La Lega, partito di governo, ha da tempo nel suo programma la riduzione progressiva del canone, con l’obiettivo di arrivare alla sua totale eliminazione entro cinque anni. Mara Bizzotto, senatrice della Lega e vicepresidente vicario del gruppo al Senato, ha sottolineato l’importanza di questo impegno e ha presentato un disegno di legge per riformare Rai e servizio pubblico.

La decisione di abbassare il canone da 90 a 70 euro rappresenta un compromesso in maggioranza, rispondendo a una proposta che circola da anni. Tuttavia, si pongono interrogativi su come compensare la riduzione delle entrate derivanti dal canone. Una delle possibili soluzioni riguarda l’innalzamento del limite alla pubblicità su Rai, consentendo così un aumento dei ricavi pubblicitari, mentre Mediaset, in quanto concorrente, avrebbe incassi minori.

Forza Italia si oppone fermamente a questa idea, temendo un potenziamento della concorrenza nel settore pubblicitario a favore di Rai. In sintesi, il settore della comunicazione pubblica e la sua ristrutturazione sono al centro del dibattito politico, con il canone Rai che diventa un tema cruciale nella gestione della riforma del servizio pubblico. La riduzione a 70 euro del canone rappresenta un tentativo di rispondere alle esigenze economiche dei cittadini, mantenendo al contempo la sostenibilità finanziaria dell’ente pubblico. La Lega, inoltre, si sta adoperando per continuare a perseguire l’obiettivo della cancellazione totale del canone, marcando la ferma intenzione di rivedere il modello di finanziamento della Rai.

In conclusione, il taglio del canone Rai a 70 euro è un passo significativo in un progetto più ampio di riforma e modifica della struttura economica del servizio pubblico, alle prese con le sfide del contemporaneo panorama mediatico.

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