Le recenti dichiarazioni di Alessandro Diddi, promotore di giustizia del Vaticano, hanno suscitato reazioni significative nella famiglia Orlandi. Diddi ha confermato l’esistenza di un dossier riguardante Emanuela Orlandi, menzionato da Pietro Orlandi e segnalato in precedenza dall’ex maggiordomo Paolo Gabriele. Laura Sgrò, avvocato della famiglia, ha sottolineato che la richiesta di accesso a questo fascicolo era stata presentata sin dal 2017, mentre l’indagine vaticana è iniziata solo nel gennaio 2023, suscitando interrogativi su chi avesse custodito il documento fino ad allora.
Pietro Orlandi ha espresso la sua opinione sui social, sollevando dubbi sull’autenticità della scoperta del dossier, chiedendosi se fosse stato modificato e sottolineando l’importanza di avere ora conferma della sua esistenza, nonostante il contenuto resti riservato. La famiglia Orlandi spera che vengano fornite risposte chiare, soprattutto alla luce delle numerose richieste rivolte alle autorità vaticane. Hanno fatto appello anche alla procura di Roma e alla Commissione Parlamentare d’inchiesta affinché possano acquisire il fascicolo.
È emerso che, durante l’epoca di Vatileaks, Paolo Gabriele aveva trovato un dossier con la scritta “Orlandi” sulla scrivania di monsignor Georg Gaenswein, all’epoca segretario di papa Benedetto XVI, ora nunzio in Lituania. Un altro fascicolo è stato menzionato dall’ex Comandante della Gendarmeria vaticana, Domenico Giani, che ha dichiarato di aver condotto un’attività informativa riguardante il caso quando era a capo della polizia vaticana. Diddi ha chiarito che, se la Commissione intende acquisire questi documenti, deve seguire le procedure istituzionali tramite rogatorie internazionali.
La questione del dossier è di particolare rilevanza, non solo per la famiglia Orlandi, ma per il contesto più ampio delle indagini e delle richieste di trasparenza riguardanti il Vaticano. La speranza di chiarimenti da parte delle autorità e la disponibilità di documenti sono temi cruciali per l’evoluzione della vicenda. La famiglia continua a cercare risposte definitive relativamente al destino di Emanuela Orlandi e alle circostanze che hanno circondato il suo caso per oltre quattro decenni.
