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giovedì, 9 Gennaio, 2025
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Cecilia Sala è libera: il sostegno dei colleghi di Chora Media e ‘Ventuno giorni in apnea’

“Ciao, sono tornata”: queste sono state le parole di Cecilia Sala rivolte ai suoi colleghi al suo rientro in Italia, dopo tre settimane di detenzione nel carcere di Evin, a Teheran. La giornalista 29enne, che collabora con Chora Media e Il Foglio, è atterrata nel primo pomeriggio all’aeroporto di Ciampino, accolta da un caloroso applauso liberatorio da parte del suo team.

L’epopea di Cecilia ha avuto inizio quando è stata arrestata, un evento che ha suscitato una grande preoccupazione tra i colleghi e i suoi cari. Durante i 21 giorni di attesa, il team di Chora Media ha vissuto un periodo di angustia e incertezza. “Abbiamo passato 21 giorni in apnea”, hanno rivelato. L’ignoto riguardo alla situazione di Cecilia e le accuse a suo carico hanno ulteriormente amplificato le loro ansie, rendendo ogni giorno un test di pazienza e speranza. La mancanza di informazioni concrete ha destabilizzato l’intero gruppo, che non sapeva se la giornalista riuscirà a tornare a casa.

La gioia per il ritorno di Cecilia è stata palpabile. I colleghi hanno espresso come, nonostante i timori, mai abbiano smesso di sperare in un esito positivo. La loro determinazione e il sostegno reciproco sono stati fondamentali in questo difficile periodo. “Eravamo preoccupati per lei e per le sue condizioni, ma abbiamo sempre sperato che trovassero un modo per riportarla in Italia”, hanno aggiunto, sottolineando il loro affetto e la solidarietà nei confronti di Cecilia.

La liberazione di Cecilia Sala rappresenta non solo la fine di un incubo personale, ma anche un momento di riflessione per la comunità giornalistica riguardo ai rischi che i professionisti del settore devono affrontare in contesti di repressione e violazione dei diritti. La sua storia ha messo in luce le difficoltà e le incertezze che molti giornalisti affrontano nel loro lavoro, soprattutto in nazioni dove la libertà di stampa è messa a dura prova. Il suo ritorno a casa è stato definito da tutti non solo un trionfo personale, ma anche un segnale di speranza per la libertà di espressione e di informazione.

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