Giorgia Meloni ha effettuato una visita al presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, presso il suo golf club a Mar-a-Lago, dove ha insistito “in modo aggressivo” per ottenere il rilascio della giornalista italiana Cecilia Sala, attualmente detenuta in Iran. La visita di Meloni si è svolta mentre si approssimava una visita ufficiale del presidente uscente Joe Biden a Roma e al Vaticano, aumentando l’importanza del momento. Durante la serata, Trump ha elogiato Meloni, definendola “una donna fantastica” e notando il suo impegno in Europa.
L’incontro ha avuto luogo in un’atmosfera cordiale, e dopo la cena, i due leader hanno assistito insieme alla proiezione di un film, “The Eastman Dilemma: Lawfare or Justice”, insieme ad alcuni potenziali membri dell’amministrazione Trump. Meloni era accompagnata dall’ambasciatrice italiana negli Stati Uniti, Mariangela Zappia, e da altri funzionari come il futuro consigliere per la sicurezza nazionale e il futuro ambasciatore degli Stati Uniti in Italia.
Questo incontro rappresenta una delle prime visite di un leader straniero a Mar-a-Lago dopo l’elezione di Trump e potrebbe indicare nuove dinamiche politiche in Europa. Meloni e Trump hanno espresso apprezzamenti reciproci in passato, e molti sostenitori della premier italiana vedono in questo incontro la possibilità di una partnership strategica con Trump in Europa.
Tra gli argomenti discussi, si paventava la possibilità di affrontare le tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e l’Europa, in un contesto in cui Trump ha minacciato guerre commerciali e una diminuzione del sostegno americano a vari paesi NATO e all’Ucraina. Inoltre, il tema della detenzione di Cecilia Sala ha occupato una posizione centrale durante la riunione, con Meloni che ha fatto pressioni al riguardo.
Il fatto che questo incontro sia avvenuto pochi giorni prima della visita di Biden a Roma suggerisce l’intenzione di Meloni di posizionarsi come un interlocutore di peso negli affari europei e internazionali, mentre il rilascio di Cecilia Sala diventa un test cruciale per le sue relazioni con la nuova amministrazione americana.