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giovedì, 21 Novembre, 2024
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Cgia: Le PMI tassate 120 volte più dei colossi del web

Secondo un approfondimento della Cgia, vi è una disparità notevole nel trattamento fiscale tra le piccole e medie imprese (Pmi) italiane e le multinazionali del web. Fino alla fine del 2022, molte di queste multinazionali hanno continuato a trasferire la maggior parte dei loro utili realizzati in Italia verso paesi con una fiscalità vantaggiosa, risultando in un gettito fiscale esiguo per l’Italia. Le Pmi italiane versano annualmente circa 24,6 miliardi di euro in tasse, mentre le 25 multinazionali del web attive nel Paese contribuiscono solamente con 206 milioni di euro. Nonostante le Pmi generino un fatturato 90 volte superiore a quello delle big tech, in termini di imposte queste ultime pagano 120 volte meno.

Il rapporto mette in luce che il carico fiscale sulle imprese italiane sfiora il 50%, mentre le multinazionali tecnologiche si attestano su un tax rate effettivo del 36%. Anche con l’entrata in vigore della Global Minimum Tax (Gmt), si prevede che il gettito fiscale derivante dall’applicazione della nuova aliquota sarà comunque modesto. Stime indicano che, entro il 2033, le entrate potrebbero raggiungere appena 500 milioni di euro, numeri ben lontani rispetto ai contributi attesi dalle piccole imprese.

Malgrado la Gmt, esiste ancora la possibilità per le grandi holding di trasferire i loro profitti in paesi europei con tasse favorevoli. Ciò dimostra che esiste un trattamento fiscale che penalizza i piccoli imprenditori a favore dei grandi colossi. In Italia, è necessario che vengano adottate manovre fiscali più equitative, richiedendo un maggiore contributo da parte di chi ha registrato profitti elevati e ha sfruttato tecniche elusive.

La situazione non riguarda solo le multinazionali straniere, ma anche alcuni grandi player italiani che hanno deciso di spostare la loro sede fiscale all’estero per approfittare di vantaggi fiscali e societari. Solo in Molise e Valle d’Aosta le big tech pagano più delle imprese locali, mentre in altre regioni come la Lombardia e Lazio, le Pmi versano somme notevolmente superiori.

In conclusione, è evidente la necessità di riequilibrare il prelievo fiscale per garantire che le grandi aziende contribuiscano in modo proporzionato rispetto alle piccole imprese italiane.

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