I sindacati confermano lo sciopero generale programmato per il 29 novembre, nonostante l’incontro del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, con i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. I sindacati hanno esonerato il settore ferroviario dal diritto di sciopero, ma criticano le continue richieste della Commissione di Garanzia che, secondo loro, seguono le pressioni del ministro. In una nota congiunta, Landini e Bombardieri chiedono chiarimenti su cosa il governo abbia fatto negli ultimi due anni per garantire la sicurezza e migliorare le condizioni del trasporto pubblico. Sottolineano che il diritto alla mobilità deve essere sempre garantito e non solo durante le proteste.
Landini ha risposto anche alle affermazioni del segretario della Cisl, sottolineando che le lavoratrici e i lavoratori risponderanno con la loro partecipazione allo sciopero. Inoltre, ha denunciato l’inadeguatezza degli aumenti salariali proposti per i lavoratori pubblici, comparati a un’inflazione al 17%. Ha anche criticato il governo per i tagli alla sanità pubblica e il crescente costo degli armamenti, mentre i servizi essenziali vengono ridotti.
Il Codacons ha proposto che, se non si trova un accordo con i sindacati di categoria, il governo ricorra alla precettazione per limitare la durata dello sciopero a 4 ore, come suggerito dalla Commissione di garanzia. L’associazione ha sottolineato l’esasperazione dei cittadini per il numero crescente di scioperi nel settore dei trasporti, che ha visto 57 scioperi nazionali dall’inizio dell’anno. Sebbene riconoscano il diritto allo sciopero, il Codacons critica le modalità e la frequenza delle proteste, che secondo loro arrecano danno al diritto alla mobilità dei cittadini.
Il presidente Carlo Rienzi ha proposto forme alternative di protesta che non interrompano i servizi pubblici, suggerendo, ad esempio, azioni mirate come scioperi delle biglietterie e dei controllori. Ha chiesto al Ministro Salvini di attuare misure di precettazione per lo sciopero del 29 novembre, per garantire che la protesta non comprometta i diritti degli utenti e per sanzionare i trasgressori.