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martedì, 7 Gennaio, 2025
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Charlie Hebdo: Dieci Anni Dopo tra Xenofobia, Conflitti e Nuove Speranze

Cosa resta di Charlie Hebdo e del famoso slogan “Je suis Charlie”? Ben poco, dopo dieci anni dalla strage che costò la vita a 11 persone e all’uccisione di altre 5 in episodi collegati. Le celebrazioni, volute con sobrietà dalle famiglie delle vittime, evidenziano una solidarietà svanita e una mancanza di una visione condivisa degli eventi. Il mondo è cambiato, e così anche il pensiero degli individui e la politica: non siamo più tutti Charlie.

La tragedia di dieci anni fa, giustificata dai terroristi con la pubblicazione di vignette su Maometto, suscitò un’ondata di emozione. Durante le manifestazioni dell’11 e 12 gennaio, si stima che quattro milioni di persone parteciparono in tutta la Francia, con due milioni a Parigi, applaudendo i poliziotti che proteggevano il corteo, aperto dall’allora presidente François Hollande e dai leader europei. Fra loro, Mahmoud Abbas e Benjamin Netanyahu, in foto che ora sembrano di un’epoca remota.

Oggi, “Je suis Charlie” è diventato uno slogan vuoto. L’unità di allora è stata sgretolata da eventi tragici come la guerra in Ucraina e gli attentati del 7 ottobre in Israele, insieme alla distruzione di Gaza. Si è aggiunta la crescita dei populismi e l’ascesa dell’estrema destra in Europa, con gli immigrati visti come i responsabili di molte problematiche, incluso il terrorismo. Anche l’estrema sinistra, pur sostenendo pacifismo e lotta all’islamofobia, ha visto emergere un sentimento antioccidentale.

In dieci anni, democrazia e impegno politico sono in declino, mentre il malcontento serpeggia tra i cittadini. Le commemorazioni per il decennale della strage di Charlie Hebdo, seguite da quelle per il massacro al Bataclan, appaiono poco significative. Anche se i sondaggi mostrano un attaccamento alla libertà d’espressione tra i francesi, le minoranze sociali e religiose si sentono sempre più escluse. Cresce il voto xenofobo e la politica è in stallo, con la violenza che riemerge. Lo spirito di “Je suis Charlie” sembra essersi volatilizzato, lasciando un vuoto nella consapevolezza collettiva.

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