Nel 2025, il Governo italiano prevede di apportare significative modifiche alle aliquote IRPEF, con l’intento di ridurre il carico fiscale, in particolare per il ceto medio. Secondo quanto deliberato nel Piano Strutturale di bilancio 2025/2029, verranno confermate tre aliquote e si continuerà a lavorare per il taglio del cuneo fiscale. Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato l’importanza di mantenere queste tre aliquote in modo strutturale.
Le modifiche proposte comportano un cambiamento sostanziale nel secondo scaglione di reddito. La nuova aliquota del 23% si applicherà ai redditi fino a 28.000 euro, mentre il 33% si applicherà a quelli compresi tra 28.000 e 60.000 euro, rappresentando una riduzione significativa rispetto all’attuale aliquota del 35% sugli imponibili compresi tra 18.000 e 50.000 euro. Infine, l’aliquota del 43% rimarrà per i redditi superiori a 60.000 euro.
Queste modifiche mirano a favorire in particolare il ceto medio, che è stato colpito da incrementi fiscali negli anni precedenti e che, nel 2024, non ha beneficiato di alcun taglio IRPEF. La riduzione prevista delle tasse consentirà a chi guadagna tra 50.000 e 60.000 euro di pagare meno nel 2025, mentre i redditi più alti, definiti da alcuni come benestanti, continueranno a pagare l’aliquota massima del 43%.
Tuttavia, nonostante le promesse di riforma fiscale, è emerso un dubbio cruciale riguardo alla copertura economica necessaria per sostenere queste iniziative. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha evidenziato un progressivo impoverimento del ceto medio italiano, sottolineando che è essenziale ridurre l’imposta sulle società (IRES) per promuovere investimenti e creare posti di lavoro. Tuttavia, queste proposte rimangono al vaglio in attesa di conoscere l’impatto delle adesioni al concordato preventivo, il cui termine è fissato al 31 ottobre.
In sintesi, sebbene ci siano speranze per una riduzione del carico fiscale nel 2025, le incertezze sulla copertura finanziaria potrebbero influenzare la realizzazione di questi obiettivi. L’attenzione resta sul futuro fiscale del ceto medio, che attende miglioramenti reali e sostenibili.