Un annuncio scioccante giunge da Terni: l’altoforno della “Acciai Speciali Terni” si fermerà per una settimana alla fine del mese a causa dei costi energetici insostenibili. Il presidente Giovanni Arvedi ha espresso preoccupazione per la situazione, sottolineando che le bollette in Italia sono tre volte superiori a quelle della Germania. Questa situazione colpirà una parte significativa dei più di 2.000 dipendenti dell’azienda.
La questione dei costi energetici è stata a lungo dibattuta e ora, più che mai, si fa sentire la necessità di esplorare nuove fonti di energia. In particolare, il nucleare viene nuovamente discusso, dopo decenni di opposizione. Federico Rampini, nel suo libro “Il lungo inverno”, sottolinea come l’ideologia antinucleare sia radicata più in credenze religiose che scientifiche. Alcuni stati, come la California e il Giappone, stanno gradualmente riconsiderando le loro posizioni sul nucleare, mentre in Germania il dibattito ha causato tensioni all’interno della coalizione di governo.
Le spese energetiche insostenibili sono state evidenziate dall’AST di Terni, la quale ha riportato di aver speso in media 97 euro per megawattora dal gennaio al luglio, a fronte dei costi significativamente inferiori in Francia, Germania, Finlandia e Spagna. In questo contesto, Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha dichiarato di sostenere fermamente il “nuovo nucleare”, considerandolo fondamentale per il futuro.
Un nuovo progetto di fusione nucleare è in sviluppo, con Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, coinvolto nella collaborazione con il prestigioso MIT di Boston e il supporto del governo federale degli Stati Uniti. Questo impianto rappresenta una differenza significativa rispetto alla fissione nucleare, poiché la fusione promette di essere un’energia pulita senza produzione di scorie radioattive e costi operativi elevati. La fusione nucleare è vista come una possibile soluzione ai problemi energetici attuali, rappresentando una svolta attesa da oltre cinquant’anni.
In sintesi, l’annuncio della chiusura dell’altoforno è un segnale allarmante che mette in evidenza l’urgenza di affrontare i problemi energetici in Italia e la necessità di riconsiderare l’uso dell’energia nucleare come una valida alternativa.