Milano ha chiuso con un guadagno dell’1,15%, sostenuta principalmente dai titoli bancari e del settore energetico, favoriti dall’aumento dei prezzi del petrolio, a causa delle crescenti tensioni tra Iran e Israele. In particolare, i titoli del settore finanziario hanno registrato buone performance a Piazza Affari: Unicredit è aumentata del 3,55%, Bpm del 2,55% e Intesa Sanpaolo del 2,45%. Anche le altre borse europee hanno mostrato segni di crescita, con Londra che ha chiuso a +0,83%, Francoforte a +0,93%, Parigi a +0,80% e Madrid che ha segnato il miglior risultato con un +1,34%, nonostante le difficoltà per l’alluvione a Valencia.
Negli Stati Uniti, Wall Street ha mantenuto un andamento positivo, con il Nasdaq che ha recuperato alcuni titoli tecnologici. I dati sulla disoccupazione americana sono rimasti stabili al 4,1%, ma il mese di ottobre ha visto la creazione di soli 12.000 nuovi posti di lavoro, un numero ben al di sotto delle aspettative, e molto influenzato da scioperi e dall’uragano Milton. Questo dato è stato definito “catastrofico” dalla campagna elettorale pro Trump, che ha anche criticato il vice presidente Harris. Gli analisti si aspettavano infatti un incremento di circa 100.000 posti di lavoro. Le elezioni americane del 5 novembre si avvicinano e i mercati iniziano a prepararsi per questo importante evento politico.
In sintesi, il contesto economico attuale è caratterizzato da una ripresa dei mercati azionari europei, in particolare Milano, sostenuta da buone performance dei titoli bancari e dall’andamento dei prezzi del petrolio, e da risultati misti negli Stati Uniti, dove la crescita occupazionale è rimasta ben al di sotto delle aspettative. Le tensioni geopolitiche e gli eventi climatici influiscono sull’economia, mentre l’attenzione è rivolta alle elezioni imminenti e alle loro possibili ripercussioni sui mercati.