23 Settembre 2024

Come i lockdown hanno accelerato l’invecchiamento cerebrale negli adolescenti

Le misure di contenimento adottate per fronteggiare la pandemia di Covid-19 hanno avuto impatti significativi sul cervello degli adolescenti, accelerando processi di invecchiamento cerebrale. Questo allarmante risultato è emerso da uno studio condotto dall’Università di Washington, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, e guidato dalla ricercatrice Patricia Kuhl. La ricerca ha analizzato la maturazione del cervello degli adolescenti attraverso la misurazione dello spessore della corteccia cerebrale, che si assottiglia naturalmente con l’età.

Numerosi studi hanno dimostrato che stress cronico e avversità possono accelerare questo assottigliamento, legato a un aumentato rischio di disturbi neuropsichiatrici e comportamentali. Durante la pandemia, le misure restrittive, come i lockdown e le chiusure scolastiche, hanno alterato profondamente le routine quotidiane degli adolescenti, contribuendo a un deterioramento della loro salute mentale. Questa fase dello sviluppo è cruciale, caratterizzata da significativi cambiamenti emotivi e sociali, nonché dalla formazione dell’identità.

I risultati delle scansioni cerebrali hanno mostrato che, a causa dei lockdown, c’è stata una maturazione cerebrale accelerata negli adolescenti: le ragazze hanno mostrato un’accelerazione media di 4,2 anni, mentre i ragazzi di 1,4 anni. Kuhl ha sottolineato l’importanza di riconoscere i cambiamenti psicologici profondi indotti dalla pandemia. Lo studio iniziato nel 2018 è stato interrotto nel 2020 dalla pandemia, portando i ricercatori a riconsiderare il loro approccio e a concentrarsi sugli effetti delle restrizioni sulla salute cerebrale.

Dall’analisi è emerso un assottigliamento accelerato, più accentuato nelle ragazze, dove tutti i lobi cerebrali sono stati coinvolti, mentre nei ragazzi l’effetto è stato limitato alla corteccia visiva. I ricercatori hanno suggerito che queste differenze possano derivare dall’importanza dell’interazione sociale per le ragazze rispetto ai ragazzi.

Kuhl ha concluso affermando che la pandemia ha messo in luce la vulnerabilità del cervello degli adolescenti e ha aperto nuovi interrogativi sul significato di un invecchiamento cerebrale accelerato. Sarà fondamentale prevedere future ricerche per esplorare meglio le connessioni tra pandemia e salute mentale nelle diverse fasce di età.

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