A Roma, si sono verificati scontri durante una manifestazione pro Palestina che era stata vietata dalla questura, tenutasi in piazzale Ostiense. La polizia ha confermato la presenza di infiltrati tra i manifestanti. Alcuni di loro, incappucciati, hanno iniziato a lanciare oggetti come sassi, bottiglie, bombe carta e persino un palo della segnaletica contro le forze dell’ordine. In risposta, la polizia ha utilizzato idranti e lacrimogeni per disperdere la folla.
Durante gli scontri, sono stati riportati 34 feriti, di cui 30 tra le forze dell’ordine e una ragazza che ha subito ferite alla testa. Le autorità hanno proceduto con il fermo di quattro manifestanti durante gli incidenti. Nel corso della giornata, le forze di sicurezza hanno effettuato controlli rigorosi presso una zona protetta identifcata come la “Piramide”, dove hanno esaminato 1.600 persone e condotto 19 di esse in Questura per ulteriori verifiche.
La manifestazione, originariamente proclamata per esprimere solidarietà alla causa palestinese, ha visto quindi un’escalation di violenza che ha portato a una netta risposta da parte delle autorità. I ferimenti delle forze dell’ordine e di un civile hanno destato preoccupazione e richiamato l’attenzione sulla crescente tensione intorno a tematiche sensibili legate alla situazione in Medio Oriente.
Questi eventi hanno sollevato interrogativi sulla gestione delle manifestazioni pubbliche e sulla necessità di garantire la sicurezza sia per i partecipanti che per le forze dell’ordine. La polizia, attenta a prevenire il degenerare della situazione, ha cercato di contenere le violenze attraverso strategie di controllo e gestione delle folle, ma l’episodio ha messo in evidenza il rischio di infiltrazioni violente in manifestazioni pacifiche.
L’accaduto si inserisce in un contesto più ampio di manifestazioni in tutta Europa a sostegno della Palestina, facendo emergere il dibattito su libertà di espressione e ordine pubblico. Questi scontri, quindi, non solo hanno portato a feriti e arresti, ma hanno anche riacceso il dibattito su una questione internazionale complessa e delicata.