Ieri Bologna ha vissuto una giornata di forti tensioni, caratterizzata da cortei di Casapound e manifestazioni antifasciste, suscitando polemiche e interrogazioni parlamentari. La prefettura ha autorizzato il corteo neofascista vicino alla Stazione di Bologna, luogo della strage del 2 agosto 1980, che ha visto coinvolti esponenti dell’estrema destra. Andrea De Maria, deputato del PD, ha espresso la sua indignazione definendo la decisione un “sfregio alla città” e annunciando un’interrogazione al ministro dell’Interno. Il sindaco Matteo Lepore ha attaccato il governo, sostenendo che i bolognesi necessitano di fondi per emergenze e sicurezza, non di “300 camicie nere”.
La gestione dell’ordine pubblico è diventata un ulteriore punto di conflitto politico. Secondo il sindacato Silp Cgil, leader di estrema destra avrebbero impartito ordini ai funzionari presenti. Questo ha spinto Alleanza Verdi e Sinistra a domandare una spiegazione al ministro Piantedosi su chi gestisse la situazione. Le richieste di chiudere le organizzazioni neofasciste arrivano dalla sinistra, mentre la destra chiede la chiusura dei centri sociali. Il vicepremier Matteo Salvini ha etichettato i centri sociali come “delinquenti, criminali” e ha chiesto la loro chiusura.
Dal canto loro, esponenti come Filiberto Zaratti di Avs hanno difeso i centri sociali come luoghi di cultura e condivisione, opposti a chi, come Salvini, attacca i valori costituzionali. La senatrice dem Sandra Zampa ha criticato Salvini per le sue dichiarazioni offensive nei confronti dei bolognesi, invece di scusarsi per l’autorizzazione data a Casapound.
Intanto, sono apparsi a Bologna manifesti contro il governo, raffiguranti Giorgia Meloni e la ministra Anna Maria Bernini con volti macchiati di sangue, in vista dello “sciopero nazionale studentesco – No Meloni Day” del 15 novembre. Queste immagini hanno sollevato preoccupazioni nel centrodestra, che le ha interpretate come un incitamento alla violenza. Lucio Malan, presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, ha denunciato il clima di intimidazione contro il governo, mentre Licia Ronzulli di Forza Italia ha evidenziato il rischio che il clima di odio si trasformi in aggressione contro le forze dell’ordine.