I lavoratori che hanno iniziato a versare contributi prima dei 18 anni, definiti lavoratori precoci, possono usufruire di un beneficio nel calcolo della pensione. Secondo la legge Dini del 1995, i contributi versati durante il periodo della minore età ricevono un incremento del 50%, che si traduce in un trattamento privilegiato al momento della liquidazione dell’assegno pensionistico.
In pratica, ciò significa che i contributi accumulati per i periodi di lavoro svolti prima del compimento dei 18 anni vengono moltiplicati per 1,5 nel calcolo della pensione. È importante specificare che questo incremento non modifica il diritto all’accesso alla pensione, né i requisiti necessari per ottenerla, ma incide esclusivamente sul calcolo dell’importo finale dell’assegno pensionistico.
Per fare un esempio concreto, un lavoratore che ha guadagnato 15.000 euro in un anno di lavoro da minorenne, e che ha versato contributi per un totale di 4.950 euro, beneficerà di questa maggiorazione. Infatti, grazie all’incremento del 50%, il valore dei contributi aumenterà di 2.475 euro, portando il totale riconosciuto a 7.425 euro.
Questo meccanismo nasce con l’obiettivo di incentivare i giovani a entrare nel mondo del lavoro, riconoscendo il loro impegno anche durante l’età scolastica. Inoltre, è un modo per valorizzare i contributi versati da lavoratori che hanno iniziato a contribuire in giovane età, permettendo loro una pensione più adeguata.
In sintesi, la legge offre un vantaggio significativo per chi ha iniziato a lavorare prima della maggiore età, trasformando i contributi temporali in un beneficio economico concreto al momento della pensione. Questa misura è particolarmente rilevante in un contesto in cui la previdenza sociale e il sistema pensionistico sono sotto crescente pressione, rendendo fondamentali tali incentivi per garantire un futuro dignitoso a chi ha dedicato parte della propria giovinezza al lavoro.