Dopo la diplomazia del focolare, la diplomazia del cognac. La visita di questi giorni a Pechino del consigliere per la Sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan per un giro di discussioni con le massime autorità cinesi, tra cui oggi con il presidente Xi Jinping, evidentemente sta dando i suoi frutti, e i mercati rispondono favorevolmente. Tra i vari titoli, degno di nota è l’aumento delle azioni di due grandi produttori francesi di cognac, Remi Cointreau e Pernod Ricard, cresciute rispettivamente del 12% e del 10%, dopo le affermazioni del Ministero del Commercio cinese secondo cui la Cina non apporterà nell’immediato misure antidumping provvisorie sul brandy importato dall’Unione europea.
Questa decisione ha tutta l’aria di un gesto di buona volontà in ambito diplomatico nei confronti dell’Occidente, soprattutto visto che i liquori, come i prodotti lattiero-caseari, sono tra le principali importazioni che la Cina può sfruttare come leva contro le tariffe imposte a luglio dall’Ue sui veicoli elettrici importati dal gigante asiatico. Certo, non è detto che la Cina non decida di adottare delle misure in futuro, visto che il ministero, nella stessa affermazione, ha tenuto a precisare che le autorità hanno accertato la presenza di pratiche di dumping da parte dei produttori europei di liquori e che nello specifico le due case di brandy vendevano i loro prodotti con un margine tra il 30,6% e il 39%.
Da notare che la timida concessione del governo cinese ha suscitato una reazione favorevole anche nei titoli di alcune case automobilistiche, come Bmw, Porsche e Mercedes-Benz, che hanno registrato un contenuto aumento dopo le affermazioni, rispettivamente dello 0,1%, dell’1,1% e dello 0,6%. Peraltro proprio il settore automobilistico è quello maggiormente sotto pressione per le possibili reazioni della Cina alle nuove tariffe imposte dall’Ue. “Sembrerebbe una tattica negoziale della Cina”, afferma l’analista della Barclays Laurence Whyatt, citato da Reuters.
“Riuscirà a persuadere l’Ue a revocare alcune delle misure imposte?”. Resta da vedere. Così’ come resta da vedere quali esiti avrà la tornata di discussioni tra l’americano Sullivan e il governo cinese, che accusava Washington di voler “contenere” la Cina e di usare la sicurezza nazionale e l’eccesso di capacità produttiva cinese come “pretesti per adottare misure protezionistiche”.
Ma Xi Jinping ha assicurato che “l’impegno della Cina per conseguire l’obiettivo di uno sviluppo stabile, sano e sostenibile delle relazioni Cina-Stati Uniti non è cambiato”, e ha auspicato “che gli Stati Uniti collaborino con la Cina per incontrarsi a metà strada”. Per quanto riguarda l’Ue, in ogni caso, il cognac è salvo. Almeno per il momento.