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lunedì, 18 Novembre, 2024
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COP29 a Baku: Aumento della Pressione sui Leader e Ministri Negli Ultimi Giorni di Lavori – “Basta con le Commedi”

“Basta con i teatrini e mettiamoci al lavoro”: è l’accorato richiamo di Simon Stiell, capo dell’Onu per i cambiamenti climatici, durante i colloqui che si stanno svolgendo a Baku, in Azerbaigian, in occasione della Cop29. Stiell ha utilizzato un tono deciso per sollecitare i delegati, esprimendo frustrazione per l’ostruzionismo e le strategie che fino ad ora hanno bloccato i progressi, con risultati quasi nulli. La questione centrale rimane la necessità di raggiungere un accordo sui finanziamenti per l’adattamento ai cambiamenti climatici, un tema cruciale per i Paesi in via di sviluppo, che, sebbene abbiano basse emissioni di gas serra, sono tra i più colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici.

A solo una settimana dall’inizio della conferenza e con la conclusione fissata per il 22, la pressione aumenta sui ministri che oggi arriveranno a Baku con l’obiettivo di concludere un accordo decisivo. La speranza di progressi è riposta nei leader del G20, riuniti a Rio de Janeiro. Il presidente della Cop29, Mukhtar Babayev, ha sottolineato l’importanza della leadership del G20, che rappresenta l’85% del Pil mondiale e l’80% delle emissioni globali, per poter avanzare su proposte legate all’Accordo di Parigi. Babayev ha esortato il G20 a inviare un segnale positivo sul suo impegno per affrontare la crisi climatica e a fornire un mandato chiaro per la Cop29.

Secondo Babayev, la conferenza è giunta a un momento critico e le reali difficoltà stanno iniziando. Anche se non ha potere decisionale, il suo compito è quello di facilitare i negoziati tra i diversi Paesi. A Rio, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha incoraggiato i leader a cercare compromessi per garantire il successo della Cop29, richiamando l’attenzione sulla responsabilità del G20, che rappresenta tre quarti delle emissioni di gas serra.

L’obiettivo finale della Cop29 è stabilire come finanziare circa 1.000 miliardi di dollari all’anno in aiuti climatici per i Paesi in via di sviluppo, destinati a progetti cruciali come centrali solari e misure di protezione contro le inondazioni. Stiell ha avvertito che è fondamentale tenere a mente che questi numeri rappresentano la linea di demarcazione tra la sicurezza e i disastri che affliggono miliardi di persone.

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