Nel marzo 2021, il Regno Unito si trovava in una situazione critica nella sua campagna vaccinale contro il COVID-19, in particolare per quanto riguardava le forniture di vaccini. In piena tensione con l’Unione Europea per le questioni legate alle forniture, l’ex Primo Ministro Boris Johnson concepì un’operazione audace: un raid in una fabbrica nei Paesi Bassi per ottenere 5 milioni di dosi del vaccino sviluppato dall’Università di Oxford e AstraZeneca.
La tensione era alimentata dai contratti tra l’Unione Europea e AstraZeneca, i quali garantivano forniture di vaccini ai Paesi membri. Tuttavia, nell marzo 2021, l’UE minacciava di bloccare l’esportazione di vaccini verso il Regno Unito, mettendo a rischio una campagna vaccinale già avviata con successo. Johnson sentiva che l’UE, sotto la pressione del presidente francese Emmanuel Macron, stava esercitando pressioni significative sul Regno Unito. Questo contesto di conflitto aumentava la frustrazione di Johnson, che iniziava a valutare misure drastiche.
Nel descrivere il suo piano in un’estrazione delle sue memorie, Johnson spiegò di aver ricevuto rassicurazioni dal tenente generale Doug Chalmers, vice capo di stato maggiore della difesa britannica. Chalmers informò Johnson che un’operazione militare nei Paesi Bassi era tecnicamente possibile. Tuttavia, il generale avvisò il Primo Ministro sui rischi diplomatici di una tale invasione, sottolineando l’importanza delle relazioni con un alleato storico della NATO. Johnson si trovava dunque in una posizione delicata: pur considerandolo “folle”, non voleva ammettere di reputare tale azione impraticabile.
Il dilemma principale seguiva la necessità di ottenere rapidamente le dosi di vaccino, essenziali per il proseguimento della campagna vaccinale e già ampiamente utilizzate nel Regno Unito. Le dosi prodotte nella fabbrica olandese, però, erano in attesa di approvazione da parte dell’UE. Se il raid fosse stato attuato, avrebbe potuto provocare un grave deterioramento delle relazioni tra Regno Unito e Unione Europea, minando la cooperazione all’interno della NATO. Pertanto, mentre il Regno Unito si muoveva contro il tempo per affrontare la crisi sanitaria, si trovò di fronte a sfide politiche ed etiche estremamente complesse.