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venerdì, 22 Novembre, 2024
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Covid e fertilità: uno studio rivela danni agli spermatozoi

Negli ultimi giorni, la febbre Oropouche, un’infezione tropicale prevalentemente presente in Sud America, ha suscitato l’attenzione grazie a un’importante ricerca pubblicata nella rivista Emerging Infectious Diseases. I ricercatori del dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar hanno scoperto che il virus Oropouche potrebbe trasmettersi attraverso rapporti sessuali. Per la prima volta a livello globale, il virus è stato isolato nel liquido seminale di un viaggiatore italiano di ritorno da Cuba.

Questa ricerca sul ruolo dello sperma non si limita alla febbre Oropouche; anche il Covid-19 ha mostrato legami significativi con il sistema riproduttivo maschile. Uno studio brasiliano ha dimostrato che gli spermatozoi possono attivamente contribuire alla risposta immunitaria contro il virus SARS-CoV-2, rilasciando trappole extracellulari in risposta all’infezione, un comportamento mai osservato prima nelle cellule riproduttive dei mammiferi. Il professor Jorge Hallak, uno degli autori, ha suggerito che questa scoperta possa stimolare nuove ricerche e offrire nuove prospettive sulla risposta immunitaria.

Tuttavia, la presenza del virus nel liquido seminale solleva preoccupazioni per la salute riproduttiva. Hallak suggerisce di attendere almeno sei mesi dopo un’infezione da Covid-19 prima di tentare di concepire, poiché il virus può persistere negli spermatozoi per oltre novanta giorni dopo la guarigione clinica, influenzando negativamente la qualità dello sperma. Questa questione è ulteriormente complicata dalla pratica della riproduzione assistita, in cui non sempre vengono effettuati test diagnostici approfonditi per il Covid-19 prima della donazione di sperma.

Le infezioni come il Covid-19 possono compromettere le funzioni riproduttive maschili: sintomi come la febbre alta possono danneggiare gli spermatozoi, portando a un aumento della frammentazione del DNA e a una diminuzione della loro mobilità. Durante il 39esimo Congresso annuale della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (ESHRE) si è evidenziato che gli uomini infettati da Covid-19 presentano una minore conta spermatica e spermatozoi meno motili anche tre mesi dopo l’infezione.

Inoltre, uno studio spagnolo condotto tra febbraio 2020 e ottobre 2022 ha confermato tali preoccupazioni: dopo l’infezione, la qualità del liquido seminale negli uomini è diminuita significativamente, con una riduzione del 57% nella conta spermatica media.

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