L’intervento del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, nel Libro dei Fatti 2024, evidenzia una fase di cambiamento nell’economia e nel mercato del lavoro italiano. Calderone sottolinea che, grazie alla ripresa economica, c’è stata una marcata crescita nella domanda di lavoro, con record di occupazione e una diminuzione della disoccupazione. Inoltre, ci sono segnali positivi per obiettivi strategici come l’inserimento delle donne e dei giovani nel mondo del lavoro. Tuttavia, il ministro avverte che è necessario affrontare le sfide legate al calo demografico e alla spesa pubblica, senza accontentarsi dei risultati raggiunti.
Per colmare il divario con altre economie europee, come Francia e Germania, l’Italia deve investire nelle competenze delle persone in cerca di lavoro e di coloro già occupati. Questo impegno si traduce in iniziative come il programma GOL, finanziato dal PNRR, che mira a potenziare le abilità necessarie nel mercato del lavoro. Calderone riconosce il problema del mismatch tra posti di lavoro disponibili e la mancanza di lavoratori qualificati. Pertanto, è fondamentale formare i disoccupati, aggiornare le competenze dei lavoratori e orientare i giovani verso percorsi di formazione, soprattutto tecnica, per garantire occupazioni stabili e ben retribuite.
Il ministro inoltre evidenzia l’importanza di sfruttare questa fase economica favorevole, insieme al passaggio generazionale che comporterà il pensionamento dei baby boomer, influenzando milioni di italiani. Per Calderone, il lavoro di qualità, conforme ai principi della Costituzione, è centrale e deve garantire sicurezza, giusta retribuzione e produttività, contribuendo alla competitività delle imprese. Per raggiungere questi obiettivi, si devono promuovere politiche attive del lavoro, distaccandosi dai sussidi che mantengono le persone in povertà e isolamento.
Infine, il ministro afferma che è necessario un cambio di paradigma, e i risultati di queste politiche si manifesteranno nel tempo. La politica deve concentrarsi sul futuro piuttosto che sul passato, mirando a costruire una base solida per il mercato del lavoro italiano.