Nel 2023, l’editoria italiana ha registrato un giro d’affari di 3,439 miliardi di euro, mantenendo una stabilità rispetto all’anno precedente con un incremento dell’1,1%. Tuttavia, i primi dati del 2024, focalizzati sul mercato trade (saggistica e narrativa), mostrano una stagnazione, con un calo dello 0,1% nelle vendite a valore nei primi sei mesi, totalizzando 675,8 milioni di euro. Nonostante queste difficoltà, la capacità dell’Italia di posizionarsi all’estero è confermata dalla vendita di 7.838 diritti di traduzione, cifra stabile rispetto all’anno precedente e quadruplicata dal 2001.
Nel mercato trade, le copie vendute nei primi sei mesi sono state 46,1 milioni, con una diminuzione di 900.000 unità rispetto all’anno precedente. Le librerie fisiche hanno raggiunto una quota del 53,7% delle vendite, continuando a recuperare dopo la crisi del 2020. Le vendite online rappresentano il 41,7% (in leggera diminuzione), mentre la grande distribuzione contribuisce per il 4,6% (anch’essa in calo). Tra i vari generi, la narrativa ha mostrato un trend positivo, con una crescita del 5,4% per gli autori italiani e del 3,1% per quelli stranieri. In contrasto, i generi per ragazzi (-2,8%), la saggistica generale (-3%), la saggistica specialistica (-1,6%) e i fumetti (-4,8%) hanno subito un calo.
Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Associazione italiana editori (Aie), ha espresso preoccupazione per la mancanza di una politica organica per il settore, sottolineando che, nonostante l’editoria si sia dimostrata resiliente dopo la crisi del Covid, l’assenza di politiche industriali a lungo termine rischia di compromettere l’innovazione, specialmente in un contesto in rapido cambiamento come quello dell’intelligenza artificiale. Cipolletta ha auspicato che l’Italia, come Paese Ospite d’Onore alla Frankfurter Buchmesse, possa tornare a essere un esempio per gli altri Paesi europei.
Analizzando il lungo periodo, confrontando i dati attuali con quelli del 1988, si evidenzia una crescita: nel 2023, i titoli pubblicati sono triplicati arrivando a 85.192 e il valore del mercato è aumentato del 108% al netto dell’inflazione. L’editoria italiana è ora la quarta in Europa e la sesta nel mondo, evidenziando un processo di sempre maggiore internazionalizzazione nei diritti di traduzione acquistati e venduti dal 2001 ad oggi.