Il conflitto tra magistratura e governo in Italia sembra intensificarsi, soprattutto in seguito all’approvazione di un decreto sui migranti. Tale decreto stabilisce una lista di Paesi considerati ‘sicuri’, ma l’Associazione Nazionale dei Magistrati (ANM) ha reagito con durezza, affermando che i giudici non devono decidere in base a pressioni governative. Stefano Musolino, segretario di Magistratura Democratica, ha espresso preoccupazione per l’escalation del conflitto, sottolineando che questa situazione è pericolosa.
Le dichiarazioni del guardasigilli Carlo Nordio, fatte durante una conferenza stampa in merito a una sentenza della Corte di giustizia europea, hanno ulteriormente inasprito il clima. Nordio ha messo in dubbio la comprensione della sentenza da parte dei magistrati, affermando che la sua complessità poteva aver generato malintesi. Tuttavia, un portavoce dell’Unione Europea ha ribadito che le sentenze della Corte sono immediatamente vincolanti per gli Stati membri, e i giudici devono verificare se esistano violazioni delle condizioni che definiscono un Paese come ‘sicuro’ in casi di domande di asilo.
Il sindacato dei magistrati ha manifestato la sua irritazione per le affermazioni del ministro, chiedendo che il rispetto della giurisdizione sia mantenuto, in quanto è fondamentale per l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. I magistrati membri del Consiglio Superiore della Magistratura si sono mobilitati, insieme ad altri componenti, per sostenere l’indipendenza dei giudici, specialmente dopo il ‘caso Albania’, che ha visto il rigetto di ordini di trattenimento di migranti in centri italiani.
A seguito di tali eventi, il governo ha deciso di continuare con il decreto e ha incaricato l’avvocatura di Stato di presentare un ricorso in Cassazione contro la decisione di non convalidare il trattenimento di migranti. Inoltre, il testo finale del decreto potrebbe includere norme per rendere possibile l’appello contro le ordinanze sui trattenimenti.
Infine, i consiglieri laici di centrodestra del Csm hanno chiesto l’apertura di una pratica disciplinare contro un magistrato che ha criticato le decisioni del governo, indicando la volontà di tutelare l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, danneggiata da queste recenti dichiarazioni e azioni.