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Da Albania a Italia: Il Futuro dei Migranti e le Attese per l’Asilo

Dopo la decisione dei giudici romani di riportare i migranti dall’Albania in Italia, il processo per il riconoscimento delle loro domande di asilo si preannuncia lungo. L’avvocato Paolo Oddi, esperto in immigrazione e membro dell’Asgi, ha spiegato all’AGI che è probabile che il governo impugni la decisione di non trattenere i migranti in Albania davanti alla Cassazione civile, mentre i migranti faranno ricorso contro il diniego di asilo da parte delle Commissioni Territoriali. Una volta rientrati in Italia, saranno ospitati nei Cas, centri di accoglienza straordinaria, in attesa che i giudici civili fissino un’udienza. Tuttavia, questo processo potrebbe richiedere anni; ad esempio, a Milano i giudici della sezione immigrazione hanno iniziato a trattare ricorsi presentati nel 2019.

Ogni caso di migrazione è unico, poiché non basta la provenienza da un Paese non sicuro; è necessario valutare se il singolo individuo si trovi in una situazione di pericolo concreto. Pertanto, i giudici non si sono pronunciati sul merito della questione asilo, ma si sono limitati a non convalidare il trattenimento dei migranti, evidenziando l’insussistenza dei presupposti necessari per la procedura di frontiera, cioè la sicurezza del Paese di origine. Non hanno inoltre affrontato il tema del protocollo firmato tra Italia e Albania.

Oddi ha sottolineato l’importanza della sentenza del 4 ottobre della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che afferma che il giudice ha il dovere di rilevare eventuali violazioni delle condizioni di sicurezza del Paese nel caso trattato. Non esiste una lista europea definita di “Paesi sicuri”; gli Stati membri possono designarli a livello nazionale, ma questa è una nozione in continua evoluzione, considerando l’instabilità presente in molte nazioni. Questo complesso scenario legale e burocratico riguardante i migranti potrebbe influenzare significativamente il futuro dei richiedenti asilo e la loro possibilità di integrazione in Italia.

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