Un rientro ‘da cardiopalma’ quello che attende Elly Schlein. La segretaria è lontana dall’agone politico da metà agosto, fatta eccezione per brevi incursioni sui social dove ha rilanciato la battaglia contro il caporalato e quella per il salario minimo, ricordato i morti di Marcinelle e quelli della strage nazista a Sant’Anna di Stazzema. I nodi che si troverà a dover sciogliere Schlein hanno nomi e cognomi. Si chiamano Matteo Renzi e Giuseppe Conte.
I primi due sono gli eterni duellanti che, stando ai proclami del leader di Italia Viva, saranno chiamati a deporre sciabola e fioretto per ritrovarsi dentro il perimetro del campo largo-campo progressista-nuovo centrosinistra, a seconda della declinazione che l’uno o l’altro vuol dare all’alleanza.
Fra i due litiganti c’è il candidato in pectore del centrosinistra Andrea Orlando che, però, non gode. Anzi: chiede ai partiti, e in primis al Pd, di accelerare la pratica per la scelta del candidato alla presidenza della Regione Liguria, per la quale è lui stesso in ‘pole position’. Un quadro complesso, anche se non impossibile da definire.
Fonti di primo piano del Pd confidano che su tutto si troverà la quadra a breve. Questione di giorni, se non di ore. Anche perché Orlando vede approssimarsi la data delle elezioni liguri e, con essa, assottigliarsi lo spazio per mettere in campo un programma di governo condiviso fra tutte le forze in campo. Chi ha avuto modo di parlare con il deputato dem descrive un Orlando sempre più impaziente per una soluzione che consenta di offrire presto una proposta radicalmente alternativa ai liguri, ma pronto a rinunciare alla candidatura nel caso non dovessero arrivare risposte in tempi brevi, ovvero entro la fine di questa settimana.
A rallentare il dossier è il nodo dell’alleanza e, in particolare, della presenza di Italia Viva nel perimetro del centrosinistra. Fino a oggi, Matteo Renzi ha bruciato le tappe dicendosi pronto a sostenere ovunque i candidati di centrosinistra alle prossime regionali, a partire dalla Liguria. Dove, tuttavia, Italia Viva sostiene il sindaco di centrodestra a Genova, con due consiglieri e un assessore.
Una contraddizione non aggirabile per i Cinque Stelle che attendono un segnale da Italia Viva. Ovvero, il ritiro dei consiglieri dalla maggioranza al Comune di Genova e l’assessore dalla Giunta. Basterà? Non è detto. Anche perché dal Movimento 5 Stelle si moltiplicano le voci contrarie a una alleanza che comprenda Matteo Renzi.
L’ex ministro, Stefano Patuanelli, non esita a rimarcare che “Renzi chiede di mettere assieme voti e non i veti” e, tuttavia, “purtroppo per lui, non conquista voti, ma ne fa perdere”. Un concetto espresso anche in una intervista di Conte. Una tesi a cui Renzi risponde dicendo che, se è vero che Italia Viva porta alla coalizione un due per cento di preferenze, è pur vero che si tratta di un consenso che in futuro sarebbe decisivo in molti collegi.
Più duro il leader di Italia Viva nel rispondere a chi mette in dubbio la sua collocazione nel centrosinistra: “Ho visto la senatrice Maiorino dare lezioni di progressismo in nome di Giuseppe Conte. Beh, è un’esperienza interessante. Giuseppe Conte ha firmato i decreti Salvini, io ho firmato le unioni civili. Quello di sinistra sarebbe lui? Non scherziamo”.
Un clima a cui non giova lo scontro interno al M5s fra Giuseppe Conte e Beppe Grillo. Il presidente in carica e il garante del Movimento si sono dati battaglia via lettera su quello che dovrà essere il percorso Costituente e il futuro del Movimento che, in questi giorni, si sta confrontando sulle proposte fatte pervenire da iscritti e militanti per mezzo della piattaforma online realizzata ad hoc. Proposte che vanno dal salario minimo alla battaglia sulla sanità passando per il tema delle alleanze sul quale, a leggere i contributi dei sostenitori – sembra di poter sintetizzare: sì al Partito Democratico e alla sinistra, ma no a Italia Viva e Renzi.
Oltre ai rapporti con gli alleati, Schlein è chiamata anche a pianificare la battaglia dentro e fuori il Parlamento su quelli che sono i pilastri dell’azione del Pd del prossimo autunno. La manovra vede già i dem mobilizzati a difesa delle pensioni.
C’è poi la sfida dello Ius Scholae che offre la possibilità alle opposizioni di mettere in difficoltà la maggioranza, viste soprattutto le posizioni di Forza Italia, favorevole alla riforma. Azione ha battuto un colpo in questo senso ‘traducendo’ in emendamento al ddl Sicurezza la proposta di FI: cittadinanza concessa ai minori nati in Italia che abbiamo completato la scuola dell’obbligo.
Il Pd ha al proprio interno sensibilità diverse, alcune delle quali più favorevoli allo Ius Soli che allo Ius Scholae e, tuttavia, potrebbe finire per votare una proposta come quella avanzata da FI e giudicata “un passo in avanti” da molti dem impegnati sul tema, come il senatore Graziano Delrio: “Per me è auspicabile lo Ius Soli, ma se si cominciasse dallo Ius Scholae sarebbe già qualcosa”.
La battaglia da condurre fuori dal Parlamento è quella attorno alla quale si sta tentando di costruire il nuovo centrosinistra. I partiti di opposizione hanno depositato assieme il quesito referendario per l’abrogazione dell’Autonomia differenziata e avviato la raccolta firme, giunta ormai ben oltre quota 500 mila.
A questo si aggiunge l’assist inatteso della Conferenza Episcopale Italiana che, con il vicepresidente monsignor Francesco Savino, ha ‘bocciato’ la riforma: “Il Sud ha capito che la riforma è un cavallo di Troia per creare due Italie: una prospera, l’altra abbandonata a se stessa. Ne percepisce il pericolo mortale”.
Su tutto questo, Elly Schlein potrebbe dare delle prime risposte a partire da domani, quando tornerà a parlare in pubblico. Lo farà alla Festa dell’Unità di Abbadia San Salvatore, a Siena e poi a Campiglia Marittima Estate, Livorno.
I primi appuntamenti di un programma fitto di interventi che si sviluppa attraverso le feste regionali dell’Unità e alcune apparizioni televisive – la prima sabato sera a In Onda, su La7 – per raggiungere il suo culmine l’8 settembre, giorno in cui la segretaria è attesa a Reggio Emilia per il discorso che conclude la Festa Nazionale dell’Unità.