22 Settembre 2024

Da Eroi a Vittime: L’Arrivo dell’Esercito per Difendere i Medici a Vibo Valentia

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Stefania Malimpensa, un’infermiera di 50 anni, ha preso la difficile decisione di lasciare il suo lavoro dopo 23 anni di carriera al pronto soccorso di Schiavonia, situato nel padovano. In un’intervista rilasciata al Corriere del Veneto, Malimpensa ha condiviso le motivazioni che l’hanno portata a questa scelta, evidenziando condizioni di lavoro sempre più insostenibili, carenza di personale e frequenti episodi di aggressione. Pur avendo sempre considerato il lavoro di infermiera un sogno, afferma che attualmente non riesce più a lavorare in tali circostanze.

Negli ultimi anni, la situazione si è aggravata, con l’invecchiamento della popolazione che ha portato a un aumento dei casi critici, definiti “codici rossi”, più complessi da gestire. Nonostante ciò, il personale è rimasto lo stesso dal 2014: 54 unità, quando sarebbe necessario almeno un incremento a 64. Malimpensa sottolinea che le lunghe ore di lavoro, spesso senza pause, rendono quasi impossibile sostenere la pressione. Si aggiungono a questi problemi le aggressioni sempre più frequenti da parte di pazienti e familiari, i quali esprimono la loro frustrazione per le lunghe attese con insulti e minacce.

Durante la pandemia, il personale sanitario veniva acclamato come eroi, ma secondo Malimpensa, il clima è ora cambiato radicalmente. Quando l’ospedale di Schiavonia è stato convertito in Covid Hospital, gli operatori sanitari ricevevano segni di gratitudine, come fiori e dolci, che rappresentavano il sostegno della comunità. Tuttavia, adesso gli infermieri e i medici sono considerati non più come angeli, ma come “untori e assassini”.

Questa situazione di violenza non si limita a Schiavonia, ma colpisce tutto il Paese. Recentemente, a Vibo Valentia è stata adottata la decisione di impiegare l’esercito per garantire la sicurezza negli ospedali, dopo una serie di attacchi contro il personale sanitario. L’operazione “Strade Sicure”, voluta dal prefetto Paolo Giovanni Grieco, mira a proteggere medici e infermieri, sempre più soggetti a aggressioni da parte di pazienti e familiari frustrati, riflettendo un problema di sicurezza generale nel sistema sanitario italiano.

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