Michele Placido, all’età di 78 anni, continua a sorprendere con la sua carriera artistica. Dopo aver scelto di non essere più protagonista nei suoi film, ha deciso di concentrarsi sulla regia, puntando a valorizzare gli attori con ruoli secondari. Recentemente ha iniziato a raccontare vite di personaggi illustri, come dimostra il suo ultimo lavoro, “Eterno visionario”, che narra la parte finale della vita di Luigi Pirandello. Il film, liberamente ispirato a “Il gioco delle parti. Vita straordinaria di Luigi Pirandello” di Matteo Collura, sarà presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma e arriverà nei cinema dal 7 novembre.
Nel film, Fabrizio Bentivoglio interpreta Pirandello, Valeria Bruni Tedeschi il ruolo della moglie e Federica Luna Vincenti quello dell’attrice Marta Abba. Placido confessa di non aver mai pensato di realizzare un film su Pirandello, rivelando una connessione personale con il drammaturgo, che considera una figura materna nella sua vita artistica. La decisione di realizzare il film è maturata negli ultimi quattro anni, periodo durante il quale ha riflettuto profondamente sulla vita e l’opera di Pirandello, un autore che ha rappresentato nelle sue esperienze teatrali.
Placido ha avuto un profondo legame con Pirandello, avendo recitato in oltre 500 rappresentazioni di “L’uomo dal fiore in bocca”. Da gennaio, tornerà a teatro con “Trilogia di un visionario”, presentando tre atti unici tratti dalle novelle di Pirandello. Dopo il successo del film “7 minuti” nel 2016, Placido ha scoperto l’attrattiva dei personaggi storici. Sottolinea, tuttavia, che questi personaggi continuano a parlare al presente e a rivelare la condizione umana attraverso le loro storie.
Il film “Eterno visionario” esplora un periodo particolare della vita di Pirandello, mettendo in luce la sua complessità emotiva, le passioni e le ossessioni. La narrazione si snoda tra vari luoghi significativi come Roma, Stoccolma, Berlino e la Sicilia, offrendo un affresco autentico del tormento e della grandezza di un artista capace di trasformare la sua infelicità in arte. La pellicola mira a restituire il ritratto di un genio, un eterno visionario in lotta con le sue esperienze personali e la sua arte.