lunedì, Ottobre 7, 2024
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Decine di aerei sottoposti a controlli di sicurezza

Due aziende aerospaziali di Brindisi sono coinvolte in un’inchiesta per aver fornito componenti non conformi alla Leonardo-Aerostrutture per la produzione del Boeing 787 Dreamliner. Secondo la Procura di Brindisi, questi componenti presentavano caratteristiche di resistenza significativamente inferiori, compromettendo la sicurezza del trasporto aereo. Tra le irregolarità riscontrate, vi è l’uso di titanio puro anziché della prevista lega di titanio, oltre all’impiego di leghe di alluminio non conformi.

Sono state concluse le indagini preliminari che coinvolgono sette persone e due aziende, accusate di associazione per delinquere finalizzata a vari reati, tra cui attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in commercio. Le indagini hanno portato al sequestro di circa 6.000 parti di aerei, esaminati per verificarne la conformità. Le perizie tecniche hanno confermato la non conformità di 4.829 componenti in titanio e 1.158 in alluminio.

A causa di queste problematiche, Boeing ha dovuto avviare una campagna straordinaria di manutenzione per i velivoli interessati, per garantire la sicurezza a lungo termine. Le indagini hanno rivelato che alcuni componenti strutturali non conformi avrebbero potuto rappresentare un rischio significativo per la sicurezza degli aeromobili. Sono stati contestati reati di frode in commercio e attentato alla sicurezza da parte di dirigenti delle aziende brindisine, ai danni di Leonardo e Boeing.

Parallelamente, un secondo filone investigativo ha messo in luce lo smaltimento illecito di rifiuti tossici nella zona industriale di Brindisi, contaminando suolo e sottosuolo con elementi inquinanti come cromo, rame e arsenico. Gli inquirenti hanno sequestrato 35 cisterne contenenti rifiuti speciali pericolosi. Gli indagati avrebbero tentato di nascondere lo smaltimento illecito modificando le recinzioni delle loro proprietà e scaricando sostanze tossiche in terreni vicini.

Le indagini, condotte dalla squadra mobile e dalla Guardia di Finanza di Brindisi, hanno evidenziato un inquinamento del terreno fino a tre metri di profondità, con concentrazioni nocive ben oltre i limiti consentiti per le aree industriali. Queste irregolarità complessive pongono gravi interrogativi sulla gestione della sicurezza e della salute ambientale nelle operazioni delle aziende aerospaziali nel territorio.

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