Il fascismo è formalmente morto, ma segnali inquietanti indicano che la democrazia potrebbe essere nuovamente a rischio. Atti violenti da parte di gruppi neofascisti, come l’assalto alla CGIL da parte di Forza Nuova nel 2021 e aggressioni a simboli antifascisti nel 2023, suggeriscono un ritorno di tensioni tra opposte fazioni politiche. Gli eventi recenti, tra cui scontri tra collettivi antifascisti e polizia, suggeriscono un clima di crescente nervosismo. Anche se attualmente non esiste un’emergenza ufficiale, un malessere sotto la superficie richiede attenzione.
In aggiunta, la crisi della democrazia e delle istituzioni è una tematica avvertita ma sottovalutata. La rappresentanza politica è compromessa, le istituzioni sono viste come inefficaci, e la democrazia è in pericolo rispetto all’avanzata delle autocrazie. La combinazione di queste debolezze potrebbe indebolire ulteriormente le difese democratiche.
Un altro fattore critico è l’innovazione tecnologica, che impatta profondamente la società. Le neuroscienze avvertono degli effetti negativi sulle strutture cognitive, specialmente nei giovani, potenzialmente contribuendo a una disaffezione verso valori democratici. Gli individui sembrano disposti a sacrificare libertà in cambio di comodità tecnologiche, minando le fondamenta della democrazia.
Il problema della salute mentale è un altro aspetto preoccupante, con un aumento dei disturbi mentali nella popolazione italiana. Nel 2023, il 28% degli italiani ha segnalato un problema psicologico, segno di un malessere sociale più profondo. Questa crisi della salute mentale, insieme a problematiche come la crisi economica e i bassi livelli d’istruzione, mette in evidenza l’urgenza di affrontare questi temi.
La situazione attuale, con segnali che ricordano il passato, invita a riflessioni critiche. Il governo attuale, descritto come più vicino a regimi illiberali, accentua la necessità di vigilanza. Ogni trasformazione sociale verso il dispotismo spesso avviene silenziosamente e gradualmente. La storia insegna che la sorveglianza e l’analisi delle tendenze attuali sono essenziali per evitare il ripetersi di errori passati.
In conclusione, la democrazia non può permettersi di abbassare la guardia. I segnali presenti, se non affrontati, potrebbero preludere a un ritorno di forme autoritarie simili al fascismo, per cui è cruciale restare all’erta e promuovere un dialogo costruttivo e inclusivo.