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giovedì, 21 Novembre, 2024
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Demoni: La Mappa del Potere Criminale a Roma

Il libro “Demoni – Droga, affari e sangue, la mappa del potere nella Capitale” di Lirio Abbate esplora la criminalità organizzata a Roma, cambiando la percezione collettiva precedentemente limitata a boss di quartiere. Già prima del successo di “Romanzo criminale”, la mafia romana era vista come frammentata, ma la narrazione di Giancarlo De Cataldo ha rivelato un’organizzazione più strutturata, con legami con la politica e la Chiesa. Nonostante ciò, non esiste un’organizzazione mafiosa paragonabile a quelle del Sud Italia. Dopo la banda della Magliana, il controllo di Roma è passato a nuovi boss, tra cui il camorrista Michele Senese, che è considerato il “Re di Roma”, gestendo un vasto impero criminale.

Senese è noto per la sua intelligenza e violenza. Ha orchestrato omicidi, incluso quello del suo ex protetto Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik. La sua famiglia opera nell’illecito, anche mentre lui è in carcere. Altri attori sono emersi, come i luogotenenti di Senese, diventati a loro volta capi, e la presenza di clan come i Casamonica e gli Spada. Abbate analizza anche figure ambiziose come Elvis Demce, un giovane boss che cercava vendetta per Diabolik, e Massimo Carminati, noto per l’inchiesta “Mafia Capitale”.

Un aspetto interessante del libro è l’enfasi sui sistemi di comunicazione utilizzati dai boss, come i criptofonini. Questi dispositivi, creduti inviolabili, sono stati compromessi da un’operazione di polizia internazionale, rivelando una grande quantità di comunicazioni tra i criminali.

La manipolazione delle leggi relative a disturbi mentali e dipendenze ha permesso ai boss di mantenere una certa autorità anche dal carcere, ma la struttura organizzativa rimane resiliente. Abbate sottolinea che per ogni leader arrestato ce n’è sempre un altro pronto a prendere il suo posto.

Infine, il giornalista lancia un allerta su un potenziale futuro in cui la criminalità romana potrebbe allearsi con gruppi terroristici internazionali, indicando così una preoccupante possibilità di una nuova era di violenza. “Demoni” serve quindi da monito sullo stato attuale e futuro della malavita a Roma.

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