La semaglutide, un farmaco originariamente sviluppato per il trattamento del diabete di tipo 2 e commercializzato come Ozempic e Wegovy, ha mostrato potenziali benefici significativi oltre al controllo glicemico e alla perdita di peso. Recenti studi hanno rivelato che la semaglutide potrebbe ridurre il rischio di morte per cause naturali, aprendo così a nuove applicazioni terapeutiche.
Uno studio condotto su oltre 17.000 partecipanti ha evidenziato che l’assunzione di semaglutide non solo abbassa il rischio di morte per cause cardiovascolari, ma potrebbe anche ridurre il tasso di mortalità generale, incluse le morti legate a infezioni come il Covid-19. Questo studio, presentato durante il Congresso della Società Europea di Cardiologia 2024, ha suscitato grande interesse nella comunità scientifica.
Lo studio in questione, noto come “Select”, ha coinvolto 17.604 individui di età pari o superiore a 45 anni, tutti in sovrappeso o obesi e con una condizione cardiovascolare preesistente. È importante notare che i partecipanti non soffrivano di diabete, permettendo così di osservare gli effetti della semaglutide in una popolazione diversa da quella tradizionalmente trattata. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: uno ha ricevuto semaglutide e l’altro un placebo, con una durata dello studio di oltre quattro anni per consentire un’analisi a lungo termine.
I risultati hanno rivelato che tra coloro che assumevano semaglutide, il rischio di morte per cause cardiovascolari era inferiore del 15% rispetto al gruppo placebo. La scoperta più sorprendente è stata che il tasso di mortalità per tutte le cause era ridotto del 23% nei soggetti trattati con il farmaco, indicativo di effetti benefici al di là della sola prevenzione delle malattie cardiache.
Un aspetto interessante dello studio è stato l’osservazione degli effetti della semaglutide durante la pandemia di Covid-19. I ricercatori hanno potuto raccogliere dati sugli effetti del farmaco in un contesto di crisi sanitaria globale. Pur non rilevando differenze nella probabilità di contrarre il virus rispetto al gruppo placebo, i partecipanti trattati con semaglutide hanno mostrato un rischio significativamente ridotto di sviluppare complicazioni gravi o di morire a causa del Covid-19. Questo risultato ha sorpreso gli studiosi, dato che la semaglutide è un farmaco cardio-metabolico e non ci si aspettava un impatto così significativo su esiti non cardiovascolari.
L’idea che la semaglutide possa contribuire a ridurre il rischio di morte per cause naturali invita a esplorare nuove possibilità terapeutiche. Secondo Harlan Krumholz della School of Medicine di Yale, migliorare la salute delle persone in questo modo potrebbe anche rallentare il processo di invecchiamento. Questa affermazione, se supportata da ricerche future, potrebbe modificare profondamente il modo in cui affrontiamo il trattamento delle malattie croniche e promuoviamo la longevità.
Tuttavia, si sottolinea che lo studio Select rappresenta solo un punto di partenza e che ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere appieno i meccanismi attraverso i quali la semaglutide può influenzare la mortalità, confermando se tali effetti possono essere replicati in altre popolazioni e contesti clinici.