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sabato, 16 Novembre, 2024
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Dieci anni di leggi in conflitto con le mie convinzioni: un dovere difficile

Nel corso di quasi dieci anni di mandato, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha frequentemente preso decisioni con cui non si trovava d’accordo, ma ha sottolineato il suo dovere di promulgare leggi approvate dal Parlamento, anche quando le considerava sbagliate o inopportune. L’unica eccezione in cui può rifiutarsi di promulgare una legge è quando rileva evidenti incostituzionalità nel testo, ma questa evidenza deve essere chiara, poiché qualsiasi dubbio potrebbe portare a un’appropriazione dei poteri della Corte Costituzionale.

Mattarella ha affermato che i poteri dello Stato non devono essere visti come fortilizi contrapposti in conflitto, ma piuttosto come istituzioni che collaborano ognuna nel proprio compito, rispettando i ruoli degli altri. Questo principio di check and balance è fondamentale per garantire che nessun organo abbia troppo potere. La limitazione dei propri confini e il controllo da parte di organi imparziali sono elementi essenziali per una governance equilibrata.

Quando il sistema politico si blocca, il Presidente della Repubblica ha un ruolo cruciale, intervenendo per sbloccare la situazione. In questa fase, Mattarella ha descritto se stesso non solo come un arbitro, ma anche come un “meccanico” che lavora per riparare e rimettere in funzione il sistema affrontato da inceppamenti. Ha sottolineato come l’intervento del Presidente sia necessario quando si verificano situazioni impreviste, richiamando l’elasticità delle norme costituzionali.

La metafora dell’arbitro, utilizzata da Mattarella, evidenzia il suo ruolo imparziale, sottolineando che, nonostante la sua esperienza in politica, è essenziale che il Presidente rimanga al di fuori della competizione politica. Ha ricordato l’importanza del rispetto delle regole da parte di tutti i “giocatori”, affermando che la coralità nell’applicazione delle regole è una condizione fondamentale affinchè il sistema funzioni correttamente. Questo approccio collaborativo e il rispetto reciproco tra le istituzioni sono essenziali per garantire il buon funzionamento della democrazia italiana.

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