Il vicepremier italiano e leader della Lega, Matteo Salvini, ha affermato che ci sia un “disegno politico” dietro al caso di presunti dossieraggi che ha coinvolto alcune personalità. Durante un’intervista a Portofino con Maurizio Belpietro, Salvini ha chiesto l’istituzione di una “commissione d’inchiesta parlamentare” per far luce su questa vicenda.
Salvini ha sottolineato che il 95% delle persone spiati apparteneva al centrodestra e ha manifestato la sua convinzione che una commissione d’inchiesta possa fornire gli strumenti necessari per approfondire il caso. Ha dichiarato che ci sono prove certe, e non solo dubbi, che indicano che alcuni dipendenti pubblici infedeli abbiano avuto accesso non autorizzato ai conti correnti di migliaia di cittadini italiani, passando poi queste informazioni ai giornalisti.
Secondo il vicepremier, nessuno dovrebbe avere accesso ai conti correnti di altre persone senza un’indagine ufficiale in corso. Salvini ha evidenziato che tale condotta non possa essere giustificata e che vi sia una chiara intenzionalità dietro questi atti. Ha fatto un paragonato significativo, affermando che episodi del genere potrebbero apparteneri a paesi come il Venezuela o l’Unione Sovietica, ma non dovrebbero accadere in un’Italia democratica nel 2024.
La richiesta di Salvini di un’inchiesta si colloca in un contesto di crescente preoccupazione per la sicurezza e la privacy dei cittadini. La questione dello spionaggio politico e dell’accesso illegittimo a dati sensibili rappresenta un tema delicato nel dibattito pubblico italiano, dove il rispetto della privacy e le garanzie democratiche sono fondamentali.
In conclusione, l’intervento di Salvini mette in luce le sue preoccupazioni rispetto a potenziali abusi di potere e la necessità di salvaguardare i diritti dei cittadini. La proposta di avviare una commissione d’inchiesta mira a garantire trasparenza e responsabilità, sottolineando l’importanza di un’applicazione corretta delle leggi e delle normative relative alla privacy.