Domani a Roma si terrà una manifestazione molto partecipata indetta dalle organizzazioni sindacali Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm per chiedere garanzie sull’occupazione e il rilancio dell’industria automobilistica in Italia, focalizzandosi sui siti produttivi Stellantis. È dal 1994 che i sindacati non scioperano unitariamente nel settore. Il ritrovo è previsto per le 9:30 in Piazza Barberini, da dove partirà un corteo diretto a Piazza del Popolo, con interventi dei delegati e dei segretari generali, sotto lo slogan “Cambiamo marcia: acceleriamo verso un futuro più giusto”. Saranno presenti anche delegazioni sindacali europee e mondiali.
Michele De Palma, segretario generale della Fiom, ha affermato che lo sciopero è una risposta per proteggere il lavoro e il futuro del settore automotive in Italia. Rocco Palombella, segretario della Uilm, ha descritto una situazione drammatica, sottolineando la mancanza di piena occupazione e l’uso della cassa integrazione in vari stabilimenti. La crisi del comparto automotive è accentuata dalla difficoltà di affrontare la transizione energetica e dalla concorrenza dei veicoli cinesi. In Italia, a settembre, le immatricolazioni sono diminuite del 10,7% rispetto allo scorso anno, mentre le auto ibride mostrano risultati migliori rispetto a quelle elettriche.
La crisi colpisce Stellantis, unico produttore di auto in Italia, che affronta blocchi produttivi e periodi di cassa integrazione. Il CEO Carlos Tavares ha confermato l’impegno dell’azienda per i siti italiani, sottolineando, tuttavia, che produrre in linea con le normative Ue comporta costi troppo elevati, pari al 40% in più rispetto ai concorrenti, e ha chiesto regole certe e incentivi. Le sue dichiarazioni hanno suscitato reazioni negative tra le opposizioni, con critiche da parte di Elly Schlein, Carlo Calenda e Giuseppe Conte, e preoccupazioni anche da parte della Lega riguardo ai potenziali licenziamenti.
L’industria automobilistica affronta difficoltà anche in Europa, contribuendo con 460 miliardi di euro al PIL e occupando 4 milioni di lavoratori. In Germania si discute la chiusura di uno stabilimento Volkswagen, la prima nel gigante tedesco in quasi 90 anni, mentre in Belgio si parla di tagli alla produzione a Audi. Oggi a Mirafiori, operai in cassa integrazione hanno partecipato a un’assemblea pubblica organizzata unitariamente, in vista della manifestazione di domani.