Contro la tendenza della politica siciliana, in particolare quella maschile, di ridurre la rappresentanza delle donne nei ruoli di potere, cresce la mobilitazione. Il 15 ottobre si svolgerà una seduta cruciale dell’Assemblea regionale siciliana, dove i 70 deputati discuteranno del disegno di legge “Norme in materia di enti locali”. Tra le norme controverse vi è quella che propone di abbattere significativamente la quota minima di presenze femminili nelle Giunte comunali, dal 40% al 20%.
La reazione di donne e associazioni democratiche sta costringendo l’Assemblea, attualmente dominata da una maggioranza di centrodestra, a riflettere su queste questioni. Si intravede, infatti, la possibilità di un ripensamento verso un accordo che mantenga la soglia del 40%, proposta anche dal Partito Democratico. Ignazio Abbate, presidente della commissione Affari istituzionali, ha affermato che esiste la volontà di raggiungere un’intesa. Tuttavia, la discussione in Aula presenta delle insidie, inclusa la possibilità di un voto segreto, che potrebbe complicare ulteriormente la situazione.
In vista della seduta, l’attenzione resta alta. Emilio Miceli, presidente del Centro Studi Pio la Torre, ha sottolineato la necessità di mantenere alta la pressione affinché l’Assemblea torni sui suoi passi riguardo a questa norma. Egli evidenzia l’importanza di un risultato che rappresenti un passo avanti per la civiltà, soprattutto in un momento in cui si assiste a un arretramento culturale. Miceli denuncia l’idea malsana alla base di queste scelte politiche, che riflette una scarsa considerazione del ruolo e dello spazio delle donne nella politica e nella società.
Davanti a Palazzo dei Normanni, molte persone si riuniranno per sostenere il diritto delle donne ad avere pari opportunità nel governo della cosa pubblica, nelle istituzioni e nelle aziende. L’obiettivo è quello di fermare un’ingiustizia che si riflette nei tradizionali equilibri politici, i quali hanno storicamente emarginato le donne. Questi equilibri, se non modificati, rischiano di perpetuarsi, continuando a negare il giusto spazio alle donne nella politica siciliana. La lotta per la parità di genere nei luoghi di potere è quindi più che mai attuale e cruciale.