I vaffa contro Beppe Grillo hanno superato quota 46mila, segnando una svolta nel Movimento 5 Stelle (M5S) dove la figura del garante appare ormai superata e inutilizzata. Con Grillo fuori gioco, Giuseppe Conte – avvocato e ora presidente del M5S – emerge come protagonista, dopo aver ottenuto il sostegno da chi ora lo ha allontanato. Tuttavia, il futuro del M5S sembra incerto: la transizione a un partito tradizionale è in atto, con la prospettiva di diventare un partitino che punta a mantenere qualche poltrona, a fronte di un calo dei consensi rispetto ai fasti passati.
Le sfide in arrivo sono molteplici e Conte deve decidere la direzione del movimento: allearsi a sinistra o camminare nel campo largo? La sua ambizione però implica obiettivi di prestigio, mentre i voti pieni di tempo fanno paura. La realtà potrebbe riportarlo a una situazione da “cespuglio”, senza il potere che ha vissuto in passato. Con la scomparsa dei vecchi principi grillini, l’idea dell’uno vale uno e i limiti al mandato si attenueranno, lasciando una base ridotta a rimanere senza voce.
L’opposizione rimarrà così predominata dal PD e dai suoi dirigenti, mentre i grillini rischiano di trovarsi emarginati. I gruppi di sinistra, come quelli di Fratoianni e Bonelli, dovranno lottare per la sopravvivenza politica, con possibilità di alleanze forzate. Dall’altro lato, il destino di Grillo potrebbe non essere segnato, dato che, dopo una sconfitta, potrebbe reagire tramite azioni legali per mantenere il suo simbolo, che è una sua creazione.
In questa prospettiva, il futuro di un nuovo movimento guidato da Grillo è un’incognita: avrebbe bisogno di riproporre valori ormai superati, in un contesto elettorale che ha evoluto le sue aspettative. La fine di un’era sembra all’orizzonte, ma l’uscita di scena di Grillo non è certo pacifica, soprattutto considerando il supporto di fedelissimi come Di Battista e Raggi. La situazione è quindi intrisa di ambiguità, con Conte che potrebbe dover fare i conti con una realtà di subordinazione rispetto a chi resta al comando, mentre Grillo, sia in un nuovo movimento o in un altro contesto, potrebbe non acquisire facilmente il consenso perduto.