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venerdì, 22 Novembre, 2024
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Droni israeliani colpiscono deliberatamente le basi Unifil

Oggi, l’esercito israeliano ha aperto il fuoco contro una base italiana lungo la linea di demarcazione con il Libano, secondo fonti dell’intelligence militare libanese. L’attacco ha colpito la base UNP 1-31, situata sulla collina di Labbune, nell’area di responsabilità del contingente italiano. I soldati italiani sono stati presi di mira dopo che un drone israeliano aveva ripetutamente sorvolato la base; i colpi israeliani hanno danneggiato i sistemi di comunicazione tra la base e il comando di Unifil a Naqura, dove si trova anche il quartier generale della missione.

Unifil ha confermato che le basi italiane 1-31 e 1-32A, così come il quartier generale, sono state colpite “ripetutamente” e “deliberatamente” dall’esercito israeliano. Durante questi attacchi, due caschi blu indonesiani sono stati feriti. Andrea Tenenti, portavoce della missione Onu, ha dichiarato che la torre di osservazione presso il quartier generale di Naqura è stata centrata da un colpo di un carro armato Merkava israeliano, fortunatamente senza gravi conseguenze per i militari colpiti, che sono rimasti in ospedale.

Israele ha mirato deliberatamente alla posizione UNP 1-31, colpendo l’ingresso del bunker dove si trovavano rifugiati i caschi blu, danneggiando anche veicoli e un sistema di comunicazione. Un drone dell’esercito israeliano è stato segnalato mentre volava nella posizione Onu, avvicinandosi al bunker, suggerendo un’intenzionalità nelle azioni. Tenenti ha sottolineato che i soldati israeliani hanno anche disattivato le telecamere di monitoraggio perimetrale della posizione. In aggiunta, sono stati colpiti anche i locali di UNP 1-32A, un’area dove si tenevano incontri tripartiti tra libanesi, israeliani e le forze Unifil, causando danni all’illuminazione e a una stazione di trasmissione.

Questi eventi segnano un aumento della tensione lungo la linea di demarcazione tra Libano e Israele, evidenziando la delicatezza della situazione nella regione e il potenziale rischio per il personale di pace impegnato in missioni di stabilizzazione. La comunità internazionale continua a monitorare la situazione con attenzione.

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