La pubblicazione della foto del corpo straziato di Sinwar solleva interrogativi etici e storici. Alcuni sostengono che si tratti di un documento cruciale che simboleggia la sconfitta del male e la speranza di un futuro migliore, mentre altri la considerano mancanza di pietà e rispetto umano. La questione ha generato opinioni contrastanti.
Negli Stati Uniti, la stampa si è divisa: giornali come il Financial Times e il New York Post hanno scelto di pubblicare l’immagine del corpo di Sinwar, mentre altri, tra cui il New York Times, hanno optato per immagini d’archivio. In Francia, testate come Le Monde e Liberation hanno adottato una linea prudente. Al contrario, in Spagna nella pubblicazione della foto del cadavere sono stati più favorevoli, con El Mundo e ABC che l’hanno considerata un documento storico, sebbene El Pais abbia deciso diversamente. Anche la stampa canadese e tedesca ha mostrato foto del cadavere, mentre il panorama mediorientale ha visto una forte pubblicazione in Israele, dove i quotidiani come Jerusalem Post hanno evidenziato l’immagine come parte di una strategia di propaganda contro Hamas.
Si fa riferimento anche a come alcune foto di cadaveri siano diventate iconiche nel tempo, come quella di Che Guevara, immortalato da Marc Hutten. Anche altre immagini di leader uccisi hanno fatto scalpore. Si ricordano ad esempio la foto di Nicolae Ceaușescu, presidente della Romania, giustiziato nel 1989; quella di Saddam Hussein, il quale è stato impiccato nel 2006; l’immagine di Muammar Gheddafi, catturato e ucciso dai ribelli libici nel 2011; e infine, la disputa attorno alle foto di Osama bin Laden, il cui decesso avvenne nel 2011 ma le cui immagini si rivelarono false.
In conclusione, la discussione sulla pubblicazione delle immagini di Sinwar riaffiora i conflitti tra giornalismo, etica e storia, mostrando come i media possano influenzare la percezione pubblica di eventi di grande rilevanza, sottolineando il potere comunicativo delle immagini e il loro impatto sociale.