Paolo Bertolucci, ex campione di tennis italiano e attuale commentatore, esprime il suo forte sostegno per Jannik Sinner, ritenendolo innocente rispetto alle accuse mosse dalla WADA, l’agenzia mondiale antidoping. Secondo Bertolucci, la versione di Sinner è logica e supportata da professionisti del settore. Tuttavia, ciò che lo preoccupa è il lungo tempo necessario per una decisione da parte del TAS, che potrebbe richiedere tra 5 e 6 mesi. Bertolucci osserva che è eccessivo e ingiusto tenere un atleta in una situazione di incertezza per così tanto tempo.
Attualmente, Sinner, numero uno al mondo, è impegnato nel torneo ATP 500 di Pechino, dove ha già superato il quarto di finale. Nonostante le accuse, è determinato a proseguire la sua carriera. Bertolucci ritiene che fermare un atleta per un intervallo prolungato sia “ridicolo”, accusando il sistema di mettere in pericolo la carriera di Sinner. Egli sottolinea che un precedente simile è rappresentato dal caso di José Luis Palomino, calciatore argentino che, trovato positivo a sostanze proibite, è stato assolto dal TAS nonostante i livelli riscontrati fossero significativamente superiori a quelli di Sinner.
Bertolucci affronta anche il tema della politicizzazione della WADA, interrogandosi se l’Italia possa essere penalizzata per la sua posizione nel panorama sportivo internazionale. Tuttavia, esclude questa possibilità, evidenziando che, al contrario, l’Italia è attualmente la federazione tennistica più forte al mondo, con il miglior giocatore e numerosi atleti tra i primi 50. Esprime un cauto ottimismo, confidando che la vicenda si risolverà positivamente e che una squalifica per Sinner risulterebbe illogica.
In conclusione, Bertolucci rimarca l’importanza di una gestione equa e rapida delle controversie nel mondo dello sport, sottolineando come tali situazioni possano danneggiare gravemente la carriera e il morale degli atleti coinvolti. Resta fiducioso che la giustizia prevalga e che Sinner possa continuare a competere senza ulteriori ostacoli.