L’oscillazione climatica tra El Niño e La Niña esiste da almeno 250 milioni di anni ed è stata di entità spesso maggiore rispetto a quella attuale. Questo è quanto dimostra uno studio pubblicato su PNAS, condotto da Shineng Hu, professore di dinamica climatica alla Duke University. Gli scienziati studiano El Niño, un fenomeno caratterizzato da una vasta distesa di acqua calda nell’Oceano Pacifico orientale, poiché può modificare il comportamento della corrente a getto, causando siccità nel nord-ovest degli USA e piogge insolite nel sud-ovest. Al contrario, La Niña provoca un riscaldamento della corrente a getto, che può portare a siccità nel sud-ovest degli Stati Uniti e intensificare i monsoni in Asia meridionale.
Per il loro studio, i ricercatori hanno utilizzato uno strumento di modellizzazione climatica simile a quello usato dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), ma lo hanno applicato al passato, analizzando intervalli temporali di 10 milioni di anni invece di modellare ogni anno. Gli esperimenti hanno preso in considerazione diverse condizioni, come la distribuzione della terra e del mare, la radiazione solare e i livelli di CO2.
Nei periodi passati, la radiazione solare che raggiungeva la Terra era inferiore di circa il 2% rispetto a oggi, mentre i livelli di CO2 erano molto più alti, rendendo sia l’atmosfera che gli oceani più caldi. Durante il Mezozoico, 250 milioni di anni fa, il Sud America costituiva il cuore del supercontinente Pangea e l’oscillazione avveniva nell’Oceano Pantalassico a ovest. Lo studio evidenzia che le principali variabili che influenzano l’entità dell’oscillazione sono la struttura termica degli oceani e il “rumore atmosferico” generato dai venti superficiali dell’oceano. A differenza di studi precedenti che si concentravano sulle temperature oceaniche, questo lavoro sottolinea l’importanza dei venti di superficie, suggerendo che sia fondamentale monitorare queste dinamiche atmosferiche. Comprendere come questi venti cambieranno è cruciale per anticipare gli impatti futuri delle oscillazioni climatiche.