La segretaria del PD, Elly Schlein, ha criticato la premier Giorgia Meloni durante le dichiarazioni di voto alla Camera, mettendo in evidenza il contrasto tra la narrativa positiva del governo e la realtà dei fatti. Schlein ha sottolineato che i numeri mostrano un fallimento evidente della propaganda della Meloni, evidenziando l’inefficacia delle sue politiche. Ha invitato la Meloni a scendere “dal ring” e a riconoscere la gravità dei problemi reali degli italiani, come le lunghe attese nel Sistema Sanitario Nazionale, che avrebbe potuto alleviare con maggiori investimenti.
Schlein ha elencato diverse aree di insuccesso del governo, incluse le politiche migratorie, riferendosi in particolare ai centri in Albania che non stanno funzionando come promesso. Ha riportato la sua personale esperienza nei centri albanesi, affermando che sono vuoti e hanno rappresentato una spesa di 800 milioni di euro senza risultati. Ha inoltre sottolineato l’afflusso di migranti a Lampedusa, contro il numero ridotto di trasferimenti in Albania, accusando la premier di non affrontare la questione migratoria con la dovuta serietà .
Passando alla politica estera, Schlein ha criticato il governo per l’assenza di azioni significative dopo la crisi in Siria, lamentando che l’unica iniziativa sia stata il blocco dei permessi di accesso. Ha evidenziato l’assenza di un ruolo diplomatico dell’Unione Europea in un contesto internazionale sempre più complesso e pericoloso, dove si stanno creando nuovi assi geopolitici. La segretaria dem ha espresso preoccupazione per il rinascere dei nazionalismi legati ai conflitti, sottolineando la necessità di un’iniziativa europea per promuovere la pace, specialmente in Ucraina.
Infine, Schlein ha avvertito che la comunità internazionale non può accettare la normalizzazione della guerra e ha chiamato all’azione per ricostruire rapporti di pace, criticando coloro che potrebbero seguire interessi sbagliati. Ha insistito sul fatto che il sostegno all’Ucraina deve essere accompagnato da sforzi diplomatici concreti per garantire una risoluzione equa del conflitto.
