Entro la fine dell’anno, in Cina si prevede che ci saranno più animali domestici che bambini, secondo uno studio della banca d’investimento Goldman Sachs citato dalla CNN. Questo fenomeno è il risultato della crescente domanda di cibo per animali domestici e riflette un cambiamento nelle attitudini sociali.
Dopo l’abolizione della politica del figlio unico nel 2016 e la successiva introduzione di una nuova policy per incentivare le coppie a avere tre figli nel 2021, il governo cinese non è riuscito ad ottenere l’aumento delle nascite sperato. Al contrario, le nascite continuano a diminuire. Lo studio prevede che, entro il 2030, in Cina urbana il numero di animali domestici potrebbe essere raddoppiato rispetto ai bambini piccoli in tutto il paese. Addirittura, il tasso di proprietà di animali domestici risulterebbe ancora più elevato se si considerassero anche gli animali delle aree rurali.
Questa situazione è emblematicamente legata al mutamento dei valori di una generazione più giovane che non si attiene più alle tradizionali aspirazioni di matrimonio e procreazione. Le idee moderne riguardanti la famiglia e le responsabilità genitoriali sembrano cambiare, orientandosi verso una vita in cui gli animali domestici vengono considerati membri della famiglia. L’amore per gli animali e la ricerca di una connessione affettiva possono spiegare la preferenza di molti giovani per avere animali piuttosto che figli.
In sintesi, le stime di Goldman Sachs delineano un futuro in cui gli animali domestici non solo supereranno in numero i bambini, ma diventeranno un simbolo delle nuove dinamiche sociali e delle scelte di vita in Cina. Questo cambiamento non è solo culturale, ma porta con sé anche implicazioni economiche, poiché la domanda di prodotti e servizi per animali domestici continua a crescere. La situazione rimane complessa e evidenzia le sfide che il governo di Pechino deve affrontare nel cercare di incentivare la natalità in un contesto in rapido cambiamento.