2 Ottobre 2024

Era lui o un altro, non faceva differenza…

carabinieri garage

Un episodio di violenza brutale ha scosso Cesano Maderno, in provincia di Monza, dove un ragazzo di 16 anni ha aggredito un vicino, un imprenditore di 60 anni, colpendolo ripetutamente alla testa con una mazza da baseball. L’aggressione è avvenuta nel garage del palazzo dove vive la vittima, mentre l’uomo stava mostrando alla moglie la sua auto nuova. Dopo che la donna è rientrata in casa, il 16enne ha attaccato l’imprenditore, infliggendogli 19 colpi alla testa, fino a rompere l’arma. Nonostante le disperate richieste della vittima, il giovane ha continuato senza pietà fino a farlo svenire.

Il giovane aggressore, durante l’interrogatorio, ha dichiarato che per lui la vittima era “lui o un altro”, sottolineando l’apparente casualità nella scelta dell’obiettivo. Non ha espresso motivazioni chiare sul gesto violento. L’episodio ha scosso profondamente la comunità locale, evidenziando una crescente preoccupazione per la violenza tra i giovani.

Dopo l’aggressione, il 16enne è stato arrestato poche ore dopo l’incidente, grazie alla segnalazione dei familiari che avevano notato macchie di sangue sui suoi vestiti. I carabinieri hanno avviato le indagini e il ragazzo è stato accusato di tentato omicidio. È emerso che potrebbe aver agito sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, che sembra assuma da tempo. Inoltre, secondo varie testimonianze, il giovane aveva già mostrato comportamenti violenti in passato.

La Procura per i Minorenni di Milano sta indagando per capire le motivazioni dell’aggressione e per identificare eventuali problemi psicologici del ragazzo. Nel frattempo, l’imprenditore aggredito rimane in condizioni gravi in ospedale, mentre il 16enne è nel carcere minorile Beccaria di Milano.

Le indagini proseguono con interrogatori approfonditi rivolti sia ai familiari del ragazzo che a quelli della vittima, nel tentativo di chiarire cosa possa aver portato un giovane a compiere un atto tanto violento e apparentemente senza stimolo. La comunità si interroga sulle responsabilità, chieste se il giovane fosse consapevole delle sue azioni e se vi siano stati fattori esterni, come l’uso di droghe, a influenzare il suo comportamento.

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