La Corte d’Assise di Venezia ha condannato Filippo Turetta all’ergastolo per l’omicidio, il sequestro e l’occultamento del cadavere di Giulia Cecchettin, assassinata l’11 novembre 2021 a Fosso’. Dopo un processo breve, concordato da difesa e Procura, senza ascolto di testimoni, i giudici hanno accolto la richiesta del pubblico ministero, definendo il delitto come “l’ultimo atto di controllo” di Turetta sulla ragazza che lo aveva lasciato. Sono state escluse le aggravanti di crudeltà e stalking, riconoscendo però quella della premeditazione. Turetta ha ascoltato la sentenza senza mostrare emozioni.
In aggiunta alla condanna, la Corte ha obbligato Turetta a pagare una provvisionale di 500mila euro al padre Gino Cecchettin, e 100.000 euro ciascuno alla sorella Elena e al fratello Davide, 30.000 euro alla nonna e 30.000 allo zio. La sentenza di condanna sarà pubblicata tramite affissione nei comuni di Venezia, Vigonovo e Torreglia, paese d’origine di Turetta, che è stato anche interdetto dai pubblici uffici.
Gino Cecchettin ha commentato la sentenza dicendo che “la violenza di genere non si sconfigge con le pene, ma con la prevenzione” e ha espresso un senso di perdita, affermando che “nessuno mi ridarà indietro Giulia.” Ha evocato l’importanza di un impegno collettivo per evitare simili tragedie in futuro e ha chiarito che non si aspettava scuse da Turetta.
L’avvocato Nicodemo Gentile, legale di parte civile per Elena Cecchettin, ha criticato la decisione dei giudici di escludere le aggravanti di stalking, definendola un “passo indietro”. Dall’altra parte, l’avvocato di Turetta, Giovanni Caruso, ha dichiarato che il suo assistito si è mostrato stordito dalla decisione ma che ha anche espresso gratitudine per le spiegazioni ricevute. La difesa sta attualmente valutando la possibilità di presentare appello, in attesa di consultare le motivazioni della sentenza che saranno rese pubbliche entro 90 giorni.
Caruso ha commentato che non si tratta di una competizione, evidenziando l’importanza di una difesa adeguata nel processo. Ha definito l’ergastolo “prevedibile” alla luce delle circostanze del caso.