È morto all’età di 90 anni Rino Tommasi, un grande maestro del giornalismo e uno dei maggiori esperti italiani di pugilato e tennis. La sua scomparsa, avvenuta mercoledì 8 gennaio, ha suscitato un profondo cordoglio nel mondo dello sport, in particolare nel tennis. Salvatore Tommasi, nato a Verona, ha fatto coppia per anni in telecronaca con Gianni Clerici, commentando eventi sportivi di rilevanza internazionale. Negli anni Ottanta, ideò e condusse “La grande boxe”, un programma settimanale dedicato al pugilato trasmesso sulle reti Fininvest. Le sue telecronache erano rinomate per la loro competenza e per l’ironia dei due commentatori.
La carriera di Tommasi è iniziata nel 1953 con l’agenzia “Sportinformazioni” e ha visto un’evoluzione costante nel panorama giornalistico italiano. Ha collaborato con importanti testate come la Gazzetta dello Sport e Tuttosport, e negli anni ’70 fondò il mensile “Tennis Club”. Parallelamente, tra il 1959 e il 1970, ha organizzato eventi di pugilato a Roma, diventando il primo impresario italiano nel settore. Nel 1981, è diventato il primo direttore dei servizi sportivi di Canale 5, iniziando così una carriera televisiva che lo ha visto emergere come uno dei telecronisti più apprezzati in Italia. Ha saputo imporre il tennis nel panorama sportivo italiano, facendosi notare per l’abilità con cui raccontava le partite.
Una delle innovazioni più significative di Tommasi è stata l’introduzione della “seconda voce” nelle telecronache, scelta per affiancarlo Clerici. Insieme, hanno trasformato la cronaca sportiva in un’avvincente narrazione, elevando il livello di coinvolgimento degli spettatori. La sua improvvisazione e creatività hanno fatto scuola.
La Federazione Pugilistica Italiana ha espresso il suo cordoglio, sottolineando la capacità di Tommasi di raccontare la “nobile arte” della boxe, mentre il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha evidenziato il suo ruolo da protagonista nel mondo sportivo. Anche il giornalista Marino Bartoletti lo ha ricordato, evidenziando l’umanità e l’allegria che portava nei rapporti professionali. Bartoletti ha descritto Tommasi come un maestro che ha lasciato un’impronta indelebile, sottolineando l’unicità del suo approccio al giornalismo sportivo.