Entro le 24 di venerdì scorso, sono arrivate dieci offerte vincolanti per l’acquisizione di Acciaierie d’Italia (ex Ilva), attualmente in amministrazione straordinaria. Di queste, tre si riferiscono all’intero gruppo e sette a specifici asset. L’analisi delle offerte è iniziata il 13 gennaio, e i commissari Fiori, Quaranta e Tabarelli hanno sottolineato la necessità di un “tempo congruo” per un’analisi approfondita. La valutazione è condotta da esperti di Boston Consulting, avvocati di Acciaierie d’Italia e Ilva, e tecnici del ministero delle Imprese, e durerà almeno una settimana.
I punti chiave da analizzare includono il piano industriale e la decarbonizzazione della produzione, oltre al piano occupazionale, che prevede l’assunzione di nuovi lavoratori. Attualmente, i dipendenti delle Acciaierie sono circa 10.000, di cui 8.000 a Taranto. La cassa integrazione straordinaria è prevista per 4.050 unità, ma effettivamente le persone in cassa sono inferiori. È necessario anche confrontare le offerte per allinearle con i requisiti del bando di gara lanciato a luglio.
Tra le offerte per l’intero gruppo ci sono Baku Steel, Azerbaijan Investment e Jindal Steel, mentre per i singoli asset si sono presentate sette proposte da diverse cordate, tra cui Car Segnaletica Stradale e Marcegaglia Steel. Il processo prevede la possibilità di miglioramento delle offerte attraverso rilanci, individuando infine la “migliore offerta vincolante” e avviando una negoziazione esclusiva con l’offerente.
Sindacati come l’Usb, rappresentati da Franco Rizzo e Sasha Colautti, chiedono al Governo di coinvolgerli per garantire una gestione unitaria della forza lavoro, enfatizzando l’importanza di proteggere l’intero asset produttivo. Inoltre, il sindacato si aspetta che lo Stato mantenga un ruolo attivo, considerata la rilevanza strategica del comparto siderurgico.
Gianfranco Chiarelli, commissario Udc Puglia, ha ribadito la necessità di un piano industriale compatibile con l’ambiente, evitando riduzioni occupazionali. È fondamentale che il Governo Meloni non ripeta errori passati che hanno portato a situazioni critiche, come il default dell’acciaieria.