Il poliziotto Marco Malerba ha ammesso di aver effettuato accessi abusivi a sistemi informatici per ottenere informazioni riservate, legandosi all’ex super poliziotto Carmine Gallo, ora ai domiciliari. Questa ammissione è avvenuta durante l’interrogatorio presso il gip Fabrizio Filice, nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Milano su presunti dossieraggi illeciti legati alla società Equalize. Malerba, precedentemente in servizio al commissariato di Rho-Pero, ha confermato di essere stato influenzato dalla sua posizione di subordinato nei confronti di Gallo, spiegando che il loro rapporto era basato su uno scambio di favori.
Durante gli interrogatori, Samuele Nunzio Calamucci, esperto informatico, e Gallo si sono avvalsi del diritto di non rispondere. Tuttavia, hanno fatto dichiarazioni spontanee riguardanti la loro estraneità ai fatti contestati. Gallo ha sottolineato di aver sempre rispettato la legge e si è dichiarato pronto a dimostrare la sua innocenza in seguito. Calamucci, per parte sua, ha sostenuto che le affermazioni contenute nell’inchiesta contengono esagerazioni, in particolare riguardo alla possibilità di accedere alle banche dati delle forze dell’ordine da remoto.
Un altro indagato, Massimiliano Camponovo, ha espresso preoccupazioni per la sua incolumità, affermando di essere stato coinvolto nel processo di ricezione di dati per stilare dossier, ma temendo che ci fosse qualcosa di oscuro dietro questo sistema. Anche Giuliano Schiano, militare della Gdf sospeso per aver passato dati riservati, ha esercitato il diritto di non rispondere.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha affermato che sono in corso indagini interne sui presunti accessi abusivi alle banche dati del Viminale. Ha sottolineato che, per ora, non è stata confermata alcuna violazione dell’infrastruttura ministeriale dall’esterno, e ha assicurato che il ministero sta lavorando per garantire standard elevati nella gestione delle informazioni sensibili. Piantedosi ha inoltre avvertito che il governo sarà severo nei confronti di eventuali comportamenti illeciti.
Infine, l’inchiesta ha rivelato collegamenti tra la realtà di Equalize e la provincia di Trento, con particolare attenzione a un 77enne di Rovereto, il cui nome è apparso in un dossier commissionato nel marzo 2023.